Torna in libreria Mammut di Antonio Pennacchi

06/03/2011 di
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Torna in libreria con ‘Mammut’ Antonio Pennacchi, scrittore di Latina che ha fatto l’operaio fino ai cinquant’anni e che, poi, ha lasciato la chiave inglese per la penna. Autore di successo (di Pennacchi si ricordano anche ‘Canale Mussolinì, che ha vinto il Premio Strega lo scorso anno e ‘Il fasciocomunistà del 2003), con ‘Mammut’, romanzo scritto nel 1987, «quando il sindacato era ancora unitario», come ha detto lo stesso scrittore, Pennacchi ci
racconta da vicino la vita delle tute blu e di quei sindacalisti, che, tra cortei, picchetti e occupazioni, difendevano una classe operaia che sembrava destinata inesorabilmente a scomparire (appunto come i mammut), ma che poi è tornata a farsi vedere tra i complessi automatismi delle nuove catene di montaggio.

Pennacchi è uno dei casi più eclatanti di autori approdati alla scrittura dopo la vita in fabbrica (lavorava all’Alcatel Cavi di Latina Borgo Piave, che ha chiuso lo scorso anno), ma non è il solo. Il più famoso è forse Erri de Luca, napoletano, che prima di esordire nella narrativa nel 1989 con il fortunato ‘Non ora, non qui,’ ha fatto il camionista, l’operaio e il muratore.

Recentemente, Christian Frascella, classe 1973, torinese, ex militare del Genio Ferrovieri, ex operaio di fabbrica, ex impiegato in un call center, ha venduto col suo primo romanzo ‘Mia sorella è una foca monacà, avvincente e riuscitissimo, oltre 40mila copie, aggiudicandosi anche il Premio John Fante.

Di una fabbrica, l’Ilva di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa, parla il romanzo «Invisibili», scritto da Giuse Alemanno, che, insieme al giornalista Fulvio Colucci, descrive una realtà che conosce molto bene: Alemanno, infatti, dal 2001 lavora allo stabilimento siderurgico pugliese. Dallo stabilimento Fiat di Cassino, invece,
proviene Gerardo Canini, classe 1940 di Posta Fibreno (Fr), una vita passata prima come emigrante in Germania e poi come operaio a Cassino. Canini scrive poesie: l’ultima raccolta si chiama «Sentimento. Versi spontanei di un ex operaio Fiat».

Il friulano Massimiliano Santarossa (è nato nel 1974 a Villanova, provincia di Pordenone) ha lavorato dai 16 anni in poi come falegname e come operaio in una fabbrica di materie plastiche. Dal 2007 ha iniziato a pubblicare racconti e romanzi. L’ultimo è uscito nel 2010, ‘Hai mai fatto parte della nostra gioventù? ‘ ed è stato pubblicato da Baldini e Castoldi.

Tra gli scrittori stranieri spiccano due donne: la prima è Agota Kristof, esule ungherese dal 1956, ex operaia in una delle tante fabbriche di orologi del Jura svizzero, e considerata uno dei maggiori scrittori contemporanei (famosa la sua ‘Trilogia della città di K.’ edita da Einaudi) e la cinese Lijia Zhang , che ha scritto ‘Socialismo è grande!’, pubblicato in Italia da Cooper. Ripercorrendo la sua vita da adolescente operaia in una fabbrica di missili a Nanchino fino a quando diventa giornalista e scrittrice internazionale, delinea anche un quadro ben preciso di tutte le trasformazioni avvenute in Cina negli anni ’80.

 

  1. Gerardo Canini fa l’esordio in letteratura all’età di 65 anni con il racconto autobiografico “Appunti Disappunti e… Spunti” ( Cronistoria di un operaio “modello” in globalizzazione e…non) , a cui fanno seguito delle raccolte di poesia e i racconti: “La Naue” e “Racconti del Fibreno”, ha inoltre partecipato a numerosi concorsi letterari raccogliendo buoni risultati.
    Complimenti ad Antonio Pennacchi che è di esempio ai lavoratori che vogliano cimentarsi nel campo letterario!