L’Anm boccia la riforma della giustizia
La giustizia italiana è «al collasso», soprattutto
quella civile. Per recuperare un credito servono 1210 giorni e siamo ottantesimi
nella classifica dei Paesi nei quali è conveniente investire, dopo Zambia, Mongolia,
Ghana, Ruanda; Paese quest’ultimo che sta meglio di noi anche sotto il profilo della
corruzione, che nel 2009 ha inciso per 60 miliardi sulle tasche degli italiani.
Eppure invece di interventi per ridurre la durata dei processi si annunciano riforme,
come quella costituzionale, mirata a «limitare l’autonomia e l’indipendenza della
magistratura».
È impietosa l’analisi che fa ,inaugurando il XXX Congresso dell’Associazione
nazionale magistrati, il suo presidente Luca Palamara. Ma il sindacato delle toghe
stavolta non si limita a un elenco documentato delle doglianze. Bisogna «voltare
pagina», avere «il coraggio di cambiare – dice il leader dell’Anm – lasciando alle
spalle ci• che in questi anni non ha funzionato anche al nostro interno, dando
centralit… ai temi dell’autoriforma, della questione morale e dell’organizzazione».
E alla politica dice: non siamo «avversari», accantoniamo «sterili polemiche». Parole
che piacciono al capo dello Stato, accolto calorosamente dal congresso con la platea
tutta in piedi ad applaudire. Al punto che Giorgio Napolitano, rompendo il silenzio
osservato in passato in occasione delle assise dell’Anm, esprime ai cronisti il
proprio «apprezzamento» per l’impegno all’autoriforma della magistratura e la
«dichiarata disponibilità a un confronto costruttivo» con la politica;e definisce il
sindacato delle toghe un interlocutore «essenziale»nel momento in cui va recuperata
la fiducia dei cittadini nei magistrati. Con le toghe si schiera anche il presidente
della Camera Gianfranco Fini, che al congresso manda un messaggio per dire che
«sostenere costantemente l’operato della magistratura» è «compito delle istituzioni
democratiche e di tutte le forze politiche del Paese, senza distinzione di parte».
Due prese di posizione che fanno dire al segretario dell’Anm Giuseppe Cascini «la
magistratura ‚ meno sola nella difesa dei fondamentali valori di autonomia e
indipendenza».Mentre il presidente del Senato,pur dando atto di «coraggio» a
Palamara, (che tra l’altro propone che chi ha scelto l’impegno politico non torni a
indossare la toga), sottolinea che il principio dell’autonomia e dell’indipendenza
della magistratura non è mai «stato seriamente messo in pericolo» dalle varie ipotesi
di riforma.
Scenario completamente diverso a Genova: al congresso dell’avvocatura il ministro
della Giustizia Angelino Alfano viene apertamente contestato con cartellini rossi
sventolati durante il suo intervento, e interrotto più volte dai fischi.
Gli avvocati gli rimproverano soprattutto, ma non solo, il provvedimento sulla
mediazione. Ma lui assicura che il governo andrà avanti su questa strada. E risponde
agli avvocati con una provocazione «se a voi va bene la giustizia così com’è, se
ritenete che il sistema per risolvere i problemi sia dare pi— soldi agli uffici vi
dico che avete la stessa posizione dell’Anm e della sinistra».