Troppo vecchi gli uomini 35enni in cerca del primo figlio, l’orologio biologico non vale solo per le donne

Gli uomini italiani che cercano il primo figlio sono tra i più vecchi al mondo, con un’età media di 35 anni e un mese, e questo compromette seriamente la loro capacità fecondante, confermando come anche per i maschi esista un “orologio biologico” per la riproduzione.
«Siamo abituati a ritenere che gli effetti negativi sulla capacità riproduttiva umana, il cosiddetto orologio biologico, siano prerogativa tipicamente femminile – afferma Rocco Rago, neo direttore del rinnovato centro di PMA dell’ospedale romano Sandro Pertini -. Invece oggi è scientificamente dimostrato che anche le caratteristiche funzionali dello spermatozoo, e cioè motilità e morfologia, peggiorano con l’aumentare dell’età, così come anche danni al DNA che lo spermatozoo trasporta aumentano con il trascorrere del tempo».
Rago è promotore insieme ad Andrea Lenzi (Presidente della Società Italiana di Endocrionologia) della nona edizione delle Giornate di Andrologia e Medicina della Riproduzione, in corso a Sabaudia. Uno studio retrospettivo eseguito in Danimarca, Germania, Italia e Spagna, su donne tra i 25 e i 44 anni, ha dimostrato che nelle donne tra i 30 e i 34 anni il rischio aborto aumenta se è l’uomo ad avere più di 40 anni.
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