A Roma un parto miracoloso, solo due casi analoghi al mondo

27/03/2015 di
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neonato-latina-parto-ospedaleLa febbre alta, i problemi respiratori e la diagnosi di influenza aviaria alla 27esima settimana di gravidanza. Quando è arrivata all’Umberto I di Roma, lo scorso 23 gennaio, Rosa era in condizioni disperate. Ma i medici hanno deciso di farle proseguire la gravidanza fino al settimo mese e, dopo oltre 15 giorni in rianimazione attaccata a un macchinario salvavita e in coma farmacologico, ha partorito in circolazione extra-corporea. Ora la donna sta bene e anche la sua bimba, nata il 9 febbraio, per Pasqua tornerà a casa.

Un parto eccezionale che, hanno reso noto dall’Umberto I, conta solo due casi «equiparabili» nella letteratura medica mondiale e sicuramente questo è il primo in Italia. La donna, ricoverata da qualche giorno all’ospedale Sant’Eugenio, è stata trasferita il 23 gennaio all’Umberto I perchè rientra nelle 14 strutture italiane della «Rete nazionale Respira», dotate del macchinario Ecmo e in grado di occuparsi dei pazienti con gravi insufficienze respiratorie, come quelli colpiti dall’influenza H1N1. «Se la paziente fosse arrivata da noi anche 20 minuti più tardi sarebbe stato troppo tardi per salvarla. Era in condizioni disperate» ha spiegato Andrea Morelli, responsabile del team della terapia intensiva che si è preso cura della donna. Per il medico la scelta «più delicata» è stata quella del momento del parto.

«Appena c’è stato un miglioramento della patologia ho proposto di effettuare il cesareo – ha detto – il timore era che la situazione potesse nuovamente aggravarsi. Avevamo due vite da salvare e per fortuna è andato tutto bene». Il taglio cesareo è stato effettuato in un minuto in una sala operatoria dedicata e la bambina è stata poi ricoverata in terapia intensiva neonatale. «Oggi il suo peso ha superato i 2,5 chili» ha detto il direttore generale dell’Umberto I, Domenico Alessio, che si è complimentato con i medici. «Questo caso, primo in Italia, rientrerà nella letteratura medica mondiale» ha aggiunto. Rosa, madre anche di una bambina di 3 anni, oggi dice di sentirsi «una miracolata». «Per 20 giorni sono stata sedata e non ho vissuto nulla, quando mi sono risvegliata non avevo ben capito cosa mi fosse successo – ha raccontato – ora ho realizzato. Ringrazio tutti i medici, sono stati magnifici sia dal punto di vista professionale sia umano. Ci hanno creduto sempre. Per fortuna è andato tutto bene io sono in via di guarigione definitiva e anche mia figlia per Pasqua dovrebbe tornare a casa».

Anche il marito Guido oggi tira un bel respiro di sollievo. «È stato un doppio miracolo – ha detto -. Nel giro di qualche ora la situazione è precipitata, avevo visto davanti a me il buio. Per fortuna la situazione si è risolta al meglio. Grazie alla bravura dei medici e al macchinario Ecmo, che ha permesso ai suoi polmoni di riposare, mia moglie e mia figlia ora sono salve. Rosa è tornata a casa il 10 marzo e tra qualche giorno dovrebbe essere dimessa anche la nostra piccola» ha concluso.