Burqa a Sonnino, Di Giorgi: “Sto con il sindaco”

20/09/2010 di

Il consigliere regionale e Presidente della Commissione Mobilità – Trasporti, on. Giovanni Di Giorgi, interviene sulla vicenda che in questi giorni ha portato il paese di Sonnino al centro delle cronache per il caso della mamma di origini marocchine che ogni mattina si reca a scuola ad accompagnare il proprio figlio indossando il burqa, il tradizionale abito della tradizione islamica che copre completamente il corpo della donna e l’intero viso.

“Desidero esprimere il mio apprezzamento e sostegno all’attività posta in essere dal sindaco di Sonnino, Gino Cesare Gasbarrone, che al cospetto di una così delicata vicenda si è fatto interprete delle esigenze della sua comunità, promuovendo un incontro con la donna marocchina, suo marito e la dirigente della scuola per trovare una soluzione che contempli le istanze delle parti interessate. Al contempo mi sento di condividere la priorità espressa dallo stesso primo cittadino di Sonnino, vale a dire la ferma richiesta verso la signora marocchina di tenere almeno il viso scoperto nel caso in cui la donna dovesse nuovamente recarsi all’interno della scuola cittadina,  al cospetto di altre mamme e bambini. In questa circostanza – infatti – sento di poter affermare che a prevalere debbano essere le regole della civile convivenza, oltre che di sicurezza e ordine pubblico, che attengono ad una comunità e a cui gli appartenenti debbono uniformarsi. Queste regole valgono anche per la donna marocchina di Sonnino dal momento che la signora e suo marito hanno deciso di vivere in Italia, a Sonnino, in una comunità la cui convivenza richiede, appunto, il rispetto di alcune regole elementari e degli usi e costumi della nostra storia. Mi preme, inoltre, evidenziare come la stessa comunità di Sonnino, che vanta antiche e significative tradizioni di accoglienza e tolleranza, abbia consentito negli ultimi anni la totale integrazione nel tessuto cittadino di tanti gruppi di immigrati, provenienti da diversi Paesi, e alla stessa donna marocchina da più di un anno e mezzo è consentito di usufruire di mezzi pubblici e girare nelle strade del paese con il burqa, senza destare reazioni allarmate o di ostracismo da parte della civilissima comunità sonninese, le cui istanze sono ben interpretate e rappresentate dal primo cittadino. E’ pur vero, infine, che le questioni legate alla integrazione culturale e religiosa richiedono profonde riflessioni che vanno ben oltre il singolo caso partendo dal fatto che il burqa non è un simbolo religioso,ma un‘imposizione culturale nei confronti delle donne”.