Maserpack di Cisterna, salta l’accordo

28/04/2012 di

Si è concluso nel peggiore dei modi, con il mancato accordo sottoscritto presso la Regione Lazio, l’esame congiunto relativo alla procedura per il licenziamento collettivo di 9 lavoratori della Maserpack, azienda cartotecnica di Cisterna di Latina.

“Il rifiuto – scrivono i sindacati in una nota – opposto dal primo all’ultimo momento dalla società e dalla Federlazio, di un incontro che dalle 10.00 di mattina si è prolungato alle 18.30, alla richiesta di ritirare i licenziamenti e di ricercare possibili soluzioni alternative che, con ogni evidenza, avrebbero permesso di far fronte al calo di fatturato, tra l’altro dovuto all’attesa di una ripresa piena all’interno dell’azienda, di tutta la produzione.

Alle mancate spiegazioni di questa rigida chiusura sembrerebbe avvalorarsi l’ipotesi che si è fatta strada tra i lavoratori della Maserpack, vale a dire che la proprietà fosse animata soltanto da un’insana volontà di rivincita e, in particolare, di perseguire un riassetto della società solo con una parte dei lavoratori volendo da subito individuare le figure oggetto del licenziamento accompagnandole con una cassa straordinaria non a rotazione. Lo dimostrerebbe anche il tentativo perseguito con tenacia, ma non riuscito, di dividere i sindacati, e non solo i lavoratori, tra “buoni” e “cattivi”, e la mancata volontà anche sulla chiusura di un accordo di cassa straordinaria a rotazione, come previsto per legge, che permetteva innanzitutto respiro all’impresa, e ai lavoratori un minimo di perdita di retribuzione scaturita dalla rotazione.

Noi riteniamo perciò i licenziamenti collettivi di Maserpack privi di una reale motivazione oggettiva, così come tali riteniamo a nostro avviso, i criteri adottati nell’individuazione delle posizioni in esubero, tutte fungibili, e sosterremo in ogni sede questa tesi.

La riprova né è l’accordo siglato dalle RRSSUU e SLC CGIL non più di 10 giorni fa, in merito all’istituzione del 3° turno di notte su due linee produttive, assegnando personale di diversi reparti, è dimostrazione questa della capacita di fungibilità di personale altamente specializzato e professionale.

Invitiamo altresì l’azienda e Federlazio a dare finalmente prova di una reale volontà di stemperare il clima di forte ostilità, che si è determinato da tempo e che il mancato accordo rischia di aggravare ulteriormente, soprassedendo ai licenziamenti e avviare invece una richiesta di Cassa Integrazione Straordinaria per gestire l’attuale necessità di un possibile ridotto fabbisogno di personale.

Solo così sarebbe possibile recuperare il normale rapporto tra la proprietà e le Rsu che non si sottrarrebbero certo alla responsabilità di confrontarsi costruttivamente e senza pregiudizi sulle reali esigenze dell’azienda e sulle prospettive industriali”.