Team Type 1, a Terracina si allenano i ciclisti diabetici

10/01/2012 di

Una prima speciale per la prossima Milano-Sanremo. È stata ufficializzata oggi la partecipazione alla Classicissima del Team Type 1 (TT1) – Sanofi, squadra di 23 ciclisti professionisti, con e senza diabete, provenienti da tutto il mondo. La decisione è stata presa dalla Rcs Sport che oggi ha assegnato alla formazione statunitense una delle quattro ‘wild card’ della corsa.

Proprio in questi giorni il TT1 si trova a Terracina per iniziare l’intenso periodo di preparazione atletica della nuova stagione ciclistica. Il Team Type 1 è stato fondato nel 2004 da Phil Southerland, giovane ciclista professionista americano con diabete di tipo 1.

«La mia storia dimostra che una persona con diabete non solo può svolgere una regolare attività fisica ma può addirittura arrivare ai vertici del ciclismo – dichiara Southerland, attualmente team manager della squadra TT1 – A sette mesi di età i medici dissero a mia madre che non avrei superato i 25 anni o, nella migliore delle ipotesi, sarei diventato cieco. Nonostante tutto, grazie allo sport e al controllo medico, ho battuto un record mondiale attraversando in bicicletta gli Stati Uniti da Ovest a Est».

La squadra è composta anche da 4 giovani ciclisti italiani (Alessandro Bazzana, Daniele Callegarin, Daniele Colli, Filippo Fortin), e dallo scorso anno ha come ds Massimo Podenzana, storico ex ciclista italiano e vincitore anche di una tappa del Giro e del Tour De France.

A fianco del TT1, su scala internazionale, è il Gruppo Sanofi, azienda leader della salute impegnata da oltre 85 anni nella cura del diabete. «Il nostro supporto al TT1 – aggiunge Arturo Zanni, amministratore delegato di Sanofi in Italia – rientra tra le numerose iniziative sociali che il Gruppo Sanofi sostiene in quanto azienda responsabile e testimonia il nostro impegno nel diffondere l’educazione ai corretti stili di vita attraverso lo sport, la prevenzione e un adeguato monitoraggio glicemico. La squadra di ciclismo TT1 è un formidabile esempio in questo senso; la testimonianza dei ragazzi del Team, rappresenta un importante contributo per abbattere il grande muro del pregiudizio e il rischio di emarginazione sociale».