Marocchino ucciso, carabinieri escludono pestaggio prolungato. Attesa per l’autopsia

30/07/2018 di

Gli indagati per l’omicidio di Aprilia, costato la vita a un marocchino di 43 anni, sono una guardia giurata e un autista che vivono in via Guardapasso, nel condominio dove sono stati segnalati i ladri prima dell’inseguimento. Per ora sono accusati di omicidio preterintenzionale ma la dinamica dei fatti è tutta da chiarire.

LA RICOSTRUZIONE. «Siamo assolutamente certi che non ci sia stato un pestaggio prolungato». Così il comandante provinciale di Latina dei carabinieri, Gabriele Vitagliano, esclude che il marocchino morto ieri sera al termine di un inseguimento da parte di un’auto con a bordo tre italiani, sia stato ucciso in seguito ad un pestaggio.

L’ipotesi degli investigatori – dopo aver ascoltato alcuni testimoni – è dunque che la situazione sia «sfuggita di mano» e che l’uomo possa essere stato colpito con un calcio o con un pugno, che potrebbero essere la concausa della morte dovuta quindi anche all’incidente.

Sarà comunque l’autopsia, i cui primi risultati dovrebbero arrivare già in serata, a dare risposte più precise. I militari, allo stato, ritengono anche che i tre che hanno inseguito l’auto con a bordo il marocchino e l’altra persona, tuttora ricercata, non facessero parte di una ronda.

«Non abbiamo mai avuto notizie di ronde in quel quartiere, anche se – spiega Vitagliano – la pronta reattività di quei condomini è da capire ed è oggetto del nostro approfondimento». I carabinieri hanno acquisito il video registrato dalle telecamere di sorveglianza di un bar a poca distanza dal luogo dell’incidente. Le immagini, attorno all’una e mezza della notte, hanno ripreso l’impatto dell’auto del marocchino contro il muro di cinta di una casa e successivamente un’altra auto che si avvicina e dalla quale scendono due persone. La vettura degli inseguitori, una Mercedes, poco dopo si ferma nel piazzale antistante il bar e si vedono tre soggetti che restano per parecchi minuti nella zona dell’incidente.

I TESTIMONI. «Era verso l’una e mezza, non ho visto nulla ma ho sentito solo un gran botto contro il muro». Così Maria Mirabilio, una donna che abita nella palazzina proprio sopra il punto nel quale si è schiantata l’auto del marocchino morto ieri sera ad Aprilia. La donna sostiene di essersi affacciata subito dopo l’incidente e di non aver visto nessuna colluttazione.

«Non ho sentito risse né colpi – spiega – ho sentito solo una voce di donna e ho visto la macchina che era contro il muro». La signora sostiene che neanche 10 minuti dopo l’incidente è arrivata l’ambulanza a sirene spente. «Io non ho visto nessuno per terra né qualcun altro scappare, non so cosa sia successo. Ho sentito solo quel gran botto, poi mi sono assicurata che i miei nipoti, che abitano qui sopra stessero bene, e sono tornata in casa».

Anche la signora, come altri abitanti di Campo di Carne, dice di non sapere nulla di ronde: «Io so solo – dice – che da me i ladri sono venuti sette volte e anche il bar qui accanto è stato visitato più volte». Conferma il titolare del bar: «Mi sono entrati quattro volte nell’ultimo mese – spiega – l’ultima volta con un palo lungo sei metri hanno divelto la saracinesca e mi hanno fatto un danno di sette mila euro».