Uccisa dopo una lite sull’aria condizionata in ufficio, pena ridotta a 6 anni

29/06/2018 di
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Dieci anni di riduzione di condanna per Arianna Magistri, la postina originaria di Formia che nel giugno 2016, a Sperlonga (Latina) aggredì uccidendola una collega di lavoro, dopo una serie di litigi, molti dei quali motivati con idee diverse in merito all’impostazione della temperatura del condizionatore in ufficio.

Sei anni di reclusione sono stati inflitti alla donna dalla prima Corte d’assise d’appello di Roma per omicidio preterintenzionale. In primo grado la postina era stata condannata dal gup di Latina a 16 anni di reclusione, dopo il rito abbreviato, per le accuse di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e atti persecutori. La riduzione della condanna in appello è motivata con l’assoluzione dall’imputazione di stalking e dalla definizione giuridica di omicidio preterintenzionale dell’originaria imputazione, nonché dall’esclusione delle aggravanti contestate.

I fatti risalgono al 14 giugno 2016. Nel parcheggio multipiano di Sperlonga, vicino all’ufficio postale di zona, l’allora 63enne Anna Lucia Coviello fu trovata incosciente in fondo alle scale. A poco servì l’immediato ricovero in ospedale; la donna morì dopo una settimana d’agonia. I carabinieri, intervenuti sul posto, chiusero immediatamente il cerchio investigativo su Arianna Magistri, collega della Coviello, ritenendo l’episodio legato a una violenta aggressione; la donna risultò avesse battuto la testa contro il muro e fosse poi precipitata dalle scale.

Le accuse contro Arianna Magistri furono formulate non solo dopo aver raccolto una serie di testimonianze, ma anche alla luce della visione delle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza della zona. Emersero le liti a causa del condizionatore in ufficio, che la Coviello impostava a una temperatura compatibile con i suoi problemi cervicali, ma che la Magistri cambiava sistematicamente. Un pretesto per scontri continui, poi finiti tragicamente.