LUCCHETTI: LA REGIONE DELLE PROVINCE NON CONVINCE

02/05/2010 di

di DINO LUCCHETTI

Questa idea della ‘Regione delle province’ non convince affatto. Non convince per i tempi, per i modi e soprattutto per la confusione di chi l’ha proposta. Proviamo ad individuare, se l’iniziativa dovesse avere un seguito, le problematiche che si andrebbero a creare e soprattutto chiediamo ai proponenti come intenderebbero risolverle.

  1. Innanzitutto, storicamente e geograficamente, cosa unisce le Province a sud e a nord del Lazio, se non Roma ?

  2. Si sono chiesti, i proponenti dell’iniziativa, come sarà possibile conciliare le esigenze delle province di Rieti e Viterbo con quelle di Latina e Frosinone ?

dino_lucchettiEvidentemente no, ma non occorrerà molto tempo perché se ne rendano conto, come è accaduto e accade nelle organizzazioni (politiche e non) che hanno avuto la presunzione di allearsi ‘contro’ Roma anziché trarre opportunità dalla presenza della Capitale nella nostra Regione. Un esempio per tutti: si è discusso in passato, nei Consigli dell’Ordine degli Avvocati del Lazio, dell’opportunità di istituire una sezione staccata della Corte di Appello di Roma. Credete che Viterbo e Rieti fossero d’accordo nell’istituirla nel sud della Regione ? E credete che Latina e Frosinone fossero d’accordo (nella perenne quanto sterile competizione, che vede i politici di Frosinone sempre più capaci e attenti alle esigenze del loro territorio) se istituirla nella provincia pontina o in Ciociaria ?

E allo stesso modo viene da chiedersi se Cusani e Iannarilli abbiano già chiaro il progetto, in termini esecutivi, sulle scelte che non potrebbero che dividere -piuttosto che unire- le province del Lazio:

  1. Come garantire ad una nuova Regione delle Province, di modeste dimensione demografiche ed economiche, un’adeguata autonomia finanziaria anche in vista del federalismo fiscale ?

  2. Dove istituire il capoluogo della nuova Regione ?

  3. Come realizzare un’adeguata rappresentatività per le province del nord del Lazio che, insieme, non raggiungono la popolazione della sola provincia di Latina ?

  4. Come conciliare le esigenze delle diverse province nelle materie –di fondamentale importanza- di competenza esclusiva o concorrente della Regione (sanità, turismo, istruzione, formazione, porti e aeroporti, governo del territorio, trasporti, ecc.) ?

Se questi temi non sono stati affrontati, sarà bene abbandonare l’iniziativa.

Se invece Cusani e Iannarilli hanno un’idea sul modo per risolverli, hanno il dovere di illustrarla a tutti i cittadini delle province del Lazio, anche per non fa apparire la proposta –come in effetti appare- una forma di protesta per ottenere maggiore peso nel governo della Regione Lazio. Sotto questo aspetto l’iniziativa poteva avere un senso –ma solo in termini di provocatoria protesta- sin tanto che la provincia di Latina è stata esclusa da ogni forma di governo della Regione Lazio; oggi, invece, quella proposta può essere politicamente utile soltanto a chi –come la provincia di Frosinone- non è più in grado di incidere sulle scelte della Regione; non è un caso che i politici di quella provincia non ne abbiano mai parlato, sino alla caduta della Giunta Marrazzo. Il coinvolgimento della Provincia di Latina è quindi, allo stato attuale, un grave errore politico che tende a favorire –consapevolmente o inconsapevolmente- le pretese dei politici ciociari e al tempo stesso mortifica il maggior peso che l’area pontina potrebbe ottenere e in parte ha già ottenuto con il nuovo governo regionale.

Sarà quindi opportuno che Presidente e Consiglieri provinciali di Latina ragionino a fondo, prima di assumere a Fossanova (omen nomen: Nuova fossa !) un’iniziativa che tenderebbe a impoverire e non ad arricchire le potenzialità del nostro territorio. Si impegnino, piuttosto, a dare a questa provincia un più serio e incisivo contributo al governo della Regione Lazio, rivendicando in quella sede le legittime aspettative del territorio pontino, ritenuta dai politici romani utile solo nel momento elettorale più per la mancanza di capacità e peso politico di gran parte dei nostri rappresentanti che per la pretesa arroganza di Roma; la nomina ad assessore regionale dell’On. Stefano Zappalà –che, al di là delle singole opinioni di ogni cittadino, è politico esperto e autorevole- dovrebbe costituire lo stimolo per unire la provincia di Latina nella realizzazione dei progetti di sviluppo di un territorio da troppo tempo maltrattato e dimenticato dalla Regione. Nel contempo si impegnino per far ottenere a Roma, dal Governo nazionale (sul quale hanno saputo esercitare, quando ve ne è stata la necessità, una determinante pressione), le risorse necessarie all’attuazione dei progetti ‘Roma Capitale’ e dell’area metropolitana.

Roma, ma di riflesso anche il Lazio nel suo complesso, ne uscirebbero più forti.