VENTOTENE, SE L’AREA ERA SICURA PERCHE’ FARE I LAVORI?

Gentile redazione,

l’assurda morte sotto un costone di tufo delle due studentesse di Roma in gita sull’isola di Ventotene ha sconvolto l’opinione pubblica. Il sindaco e gli amministratori del piccolo Comune dichiarano di essere assolutamente sorpresi del verificarsi della frana  proprio nell’area di Cala Rossano, una delle due spiaggette dell’isola, visto che mai simili eventi si erano verificati in tale zona a memoria d’uomo. A supporto di ciò sbandierano una carta del rischio idrogeologico redatta nel 2009 dall’Autorità di Bacino del Lazio, dove si evidenzia che la zona di Cala Rossano non è a rischio crolli.

Ma se l’area non era a rischio come si giustificano i lavori, spesso motivati con la pratica della Somma Urgenza, che fino a pochi mesi fa hanno interessato tutta la zona?

Fonti ben informate del Municipio hanno infatti fatto sapere che, per esempio, nell’inverno 2009 si sono conclusi i lavori di messa in sicurezza della strada che conduce dal chiosco ‘il Gabbiano’ fino alla proprietà Gentile (1). Nel 2005 era stata messa in sicurezza la parete che dal suddetto chiosco arrivava fin quasi al punto dove è avvenuto il crollo di martedì scorso (2). Nello stesso periodo si è provveduto al rifacimento della strada e del muro retrostante la spiaggia (3); ed infine per ben due volte, l’ultima delle quali appena 3 anni fa, si è intervenuto nel tratto che va dalle scalette della spiaggia a quelle per il cimitero (4).

Tutta la zona era dunque stata messa in sicurezza, tranne quei 2-3 metri dove si è verificato il crollo: possibile che a nessuno sia venuto in mente di bonificare anche quel tratto? E perché non è stato comunicato all’Autorità di Bacino che la carta redatta era sbagliata? La documentazione riguardante i suddetti interventi è disponibile presso l’ufficio tecnico comunale, e forse fa già parte dei documenti sequestrati dalla magistratura, dalla quale ci si aspetta un’indagine rigorosa perché non si può morire a 14 anni per negligenza e incuria.