Terrore a Eataly, dipendente accoltella chef

31/10/2014 di

 Lo ha inseguito per le scale e gli ha sferrato dei colpi al braccio. E se non fosse intervenuto un vigilante, anche lui accoltellato, avrebbe continuato ad infierire forse fino ad ucciderlo. Terrore a Eataly a Roma nel pomeriggio. Un ex dipendente afghano, dimissionario dal 24 ottobre ma in servizio fino al 2 novembre, ha accoltellato l’executive chef Fabio Nitti, un cuoco di punta della struttura.

Alla polizia racconterà una storia di mobbing: «Mi trattava male, mi prendeva in giro e per questo sono stato costretto a dimettermi». Una furia premeditata che lo ha spinto a cercare lo chef, avventarsi su di lui dopo averlo inseguito sulle scale tra le urla e la paura dei clienti e dei dipendenti. Un vigilante intervenuto per evitare il peggio è stato anche lui ferito al braccio. L’afghano ha anche tentato una disperata fuga dopo avere lasciato il coltello insanguinato in terra ma è stato fermato dalla security interna accorsa per le grida della vittima e dei clienti. Infine l’aggressore è stato fermato dalla polizia. Un pomeriggio di paura tra i tavoli e gli scaffali del Made in Italy ospitati a Roma nell’ex stazione Ostiense. Ad assistere anche il patron Oscar Farinetti che si trovava in sede e sentendo le urla si è affacciato per le scale.

«Quel ragazzo era bravo -dice parlando del giovane afghano- se non si fosse licenziato lo avrei assunto a tempo indeterminato. Ma oggi era un altro, avevo lo sguardo allucinato, non parlava, lo hanno trattenuto in quattro: lui voleva proprio uccidere ». Hosseini Sharif, rifugiato politico, era entrato da Eataly nel dicembre del 2013 vincendo un bando Mestieri Italiani. Il 24 ottobre però aveva rassegnato le dimissioni ma doveva lavorare fin al 2 novembre. Oggi doveva iniziare il turno al banco rosticceria alle 17 ma si è presentato a Eataly alle 16 portandosi dietro un coltello. «Cercava Fabio», dice un testimone. Poi l’aggressione. Qualche collega descrive Hosseini come «un ragazzo tranquillo, sereno, puntuale» ma oggi era un altro. «Perchè lo hai fatto? Perchè? Io tratto bene chi lavora con me», ha urlato Nitti quando è stato colpito. Gli agenti ascolteranno anche la sua versione. Ma Hosseini racconterà agli agenti le presunte vessazioni subite. E lo spettro è proprio quello di vecchie ruggini sul lavoro «o di turni troppo massacranti», come dice più di un dipendente. «Nel mio reparto in una settimana se ne sono licenziati tre – dice un ragazzo della friggitoria – se potessi me ne andrei ma c’è crisi e un posto non si lascia». Intanto, mentre la scientifica continua i suoi rilievi nel corridoio dell’aggressione, i clienti del Made in Italy continuano a comprare e ad affollare i tanti ristoranti low cost ma di buona e autoctona qualità. A Eataly si continua a lavorare.