Fecondazione eterologa, le Regioni approvano le linee guida

04/09/2014 di
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neonato-latina-parto-ospedaleI presidenti delle Regioni sono andati dritti per la loro strada e, ignorando critiche e malumori, hanno approvato all’unanimità, stamani, le linee guida sulla fecondazione eterologa messe a punto ieri dai tecnici regionali e poi attentamente vagliate dagli assessori alla Sanità.

Ora ogni Regione dovrà recepirle con delibere proprie, ma molte annunciano che lo faranno già dalle prossime ore. E mentre stamane già partivano all’ospedale fiorentino di Careggi i primi appuntamenti per le coppie che desiderano intraprendere la fecondazione eterologa – la Toscana ha infatti fatto da apripista, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto alla fecondazione eterologa – i governatori, nelle stesse ore, decidevano di stabilire delle linee guida comuni, almeno in attesa che il Parlamento si decida a regolamentare la materia con una legge.

«Con le linee guida sull’eterologa le Regioni hanno mandato un segnale politico forte al Parlamento, a cui rivolgo un appello accorato perché legiferi», ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, in una conferenza stampa subito dopo la decisione dei governatori. «Stamattina, con il vicepresidente Caldoro, ho incontrato il ministro Lorenzin – ha aggiunto Chiamparino – che si è detta del tutto d’accordo con le linee proposte, che peraltro hanno tenuto conto dei principi cardine del decreto che era stato predisposto, e ha condiviso anche l’ipotesi che vi sia un riconoscimento pieno all’ interno del Dpcm di adeguamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea) di tutte le tecniche per fecondazione medica assistita».

Il ministro Lorenzin, alla festa dell’Unità, a Bologna, ha sottolineato la «necessaria approvazione di una legge, anche da un punto di vista pratico» ed ha evidenziato l’esigenza di un intervento parlamentare «per normare alcuni elementi, il primo dei quali è quello dello stanziamento dei fondi. C’è poi tutta una serie di problemi che senza un registro nazionale non si possono risolvere». Intanto, sul fronte cattolico, si levano gli scudi. «Sul piano strettamente logico, direi che si vuole giustificare una selezione – perchè è inutile dire che questa non sia una selezione, c’è poco da fare – attraverso una distinzione che trovo assolutamente ingiustificata: quella tra coppie che adottano e coppie che chiedono l’eterologa…», ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un’intervista al Corriere della Sera sull’eterologa. Per il quotidiano cattolico Avvenire «serve una legge dello Stato, unico strumento normativo in grado di tutelare, per quanto possibile, le coppie e i soprattutto figli che verranno. Il resto è solo propaganda politica».

Ma i governatori, dalla Lega al Pd, passando per il centro, non sono apparsi colpiti dalle critiche. «Approvando questo documento di linee guida all’unanimità le Regioni hanno saputo dare un segnale di civiltà e umanità verso le coppie infertili e sostituire con la loro concretezza l’inerzia dello Stato», ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia. Per il presidente della Toscana, Enrico Rossi, «oggi le Regioni hanno segnato un importante successo e mostrato grande senso di responsabilità garantendo un diritto che è costituzionale».

«Finalmente si volta pagina, dopo anni di oscurantismo e di medioevo», ha esclamato il presidente della Puglia, Nichi Vendola. «Sono super soddisfatto. Domani in Liguria verrà predisposta la delibera per consentire la fecondazione eterologa», ha affermato il vicepresidente della Liguria, Claudio Montaldo. «Le Regioni hanno condiviso un documento che sarà di stimolo per il Parlamento ad agire in fretta per dare regole che tengano insieme un sistema che ha bisogno di rimanere pubblico in tutte le sue parti, dando certezze ai cittadini», è il commento del governatore del Friuli, Debora Serracchiani.

«Il documento sulla fecondazione eterologa che abbiamo approvato oggi è di grande importanza perchè consentirà di dare vita ad un percorso unitario in tutte le regioni italiane, evitando il rischio di un vero e proprio far west in un settore molto delicato», ha evidenziato il presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. E per Marcello Pittella, governatore della Basilicata, «con il via libera delle Regioni alle linee guida sulla fecondazione eterologa che verrà ricompresa nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, anche la Basilicata metterà a punto in brevissimo tempo delle norme per procedere in questo settore. Si eviteranno in tal modo diversità tra le Regioni e si sollecita il Parlamento a legiferare in materia».