Abusi a Rignano Flaminio, 440 testimoni al processo

29/09/2010 di

Oggi, la conferma: quello che esaminerà la vicenda dei presunti abusi nei confronti di 21 bambini della scuola materna ‘Olga Roverè di Rignano Flaminio, sarà un processo ‘dei grandi numerì. Saranno circa 440 i testimoni chiamati a raccontare le loro ‘verita« davanti ai giudici del tribunale penale di Tivoli; un migliaio quelli di cui accusa, difesa e parti civili avevano chiesto l’autorizzazione alla citazione. S’inizierà il prossimo 25 ottobre, quando, davanti al collegio presieduto da Mario Frigenti, si presenteranno cinque carabinieri della Compagnia di Bracciano che hanno condotto le indagini. Quel giorno partirà ufficialmente la fase dibattimentale di un processo che vede imputate cinque persone: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci e Silvana Magalotti, l’autore tv Gianfranco Scancarello (marito della Del Meglio) e la bidella Cristina Lunerti. A seconda delle posizioni sono accusati di atti osceni, maltrattamenti a minori, sottrazione di persone incapaci, sequestro di persona, violenza sessuale a minorenni, corruzione di minori e atti contrari alla pubblica decenza. E chissà quante volte si troveranno faccia a faccia con i genitori dei 19 bambini che si sono costituiti parti civili. Loro saranno chiamati tutti i testimoniare; i difensori degli imputati continuano a confermare che i loro assistiti valuteranno di volta in volta quando presenziare alle udienze. Oggi è stata la giornata delle questioni preliminari al processo; e i giudici hanno posto i primi punti fermi. Hanno detto ‘nò alla richiesta di dichiarazione di nullità del capo d’imputazione a causa della sua genericità, ma anche eliminato dal fascicolo del dibattimento i verbali sugli esami tricologici compiuti su alcune bambine che avrebbero subito abusi sessuali, nonchè il verbale di sopralluogo di due casali. Chiare le motivazioni. Il capo d’imputazione non è ‘genericò in quanto, per ritenerlo completo nei suoi elementi essenziali »è sufficiente che il fatto sia contestato – si legge nell’ordinanza – in modo da consentire la difesa in relazione ad ogni elemento di accusa, condizione nel caso di specie riscontrabile, anche in considerazione dell’articolazione di mezzi di prova già effettuata da parte della difesa«; l’espulsione dal fascicolo del dibattimento degli esami tricologici è motivato col fatto che »non risulta sia stato dato avviso ai difensori per la partecipazione all’atto«; sugli atti relativi alle ispezioni ai casali di Mola D’Orciano e Valle Reale, per il collegio sono inutilizzabili in quanto »detta attività deve essere assistita dalle garanzie difensive, con tempestivo avviso al difensore, avviso nel caso di specie da ritenersi tardivo (in quanto avvenuto ad attività già ampiamente iniziata) o intempestivo (in quanto avvenuto pochi minuti prima del suo inizio) e dunque tale da non garantire il concreto esercizio del diritto di difesa«. Adesso, il processo può entrare nel vivo.