Roma, donna incinta perde il bambino mentre attende il ricovero
Ha atteso di essere ricoverata per oltre un’ora e mezza. Le doglie si erano fatte insistenti e lei era pronta ad entrare in sala parto per dare alla luce il suo primogenito. Un’attesa estenuante in cui la donna, come sostiene nell’esposto presentato in Procura a Roma le scorse settimane dopo il fatto, non è stata presa in cura dai medici dell’ ospedale Sant’Eugenio: una situazione drammatica che l’ha spinta a recarsi all’ospedale Grassi di Ostia, sul litorale romano.
Una corsa contro il tempo per cercare di salvare la vita del bimbo che portava in grembo, un trasferimento d’urgenza che però non è bastato ad evitare il drammatico epilogo. Nonostante il ricovero, non è stato possibile salvare il bimbo, nato privo di vita. Questa vicenda, che risale all’ottobre scorso, è ora finita all’attenzione dei magistrati della procura capitolina che nel procedimento aperto ipotizzano il reato di omicidio colposo dopo che i carabinieri, ai quali la donna si era rivolta per raccontare il suo dramma, hanno proceduto al sequestro della cartella clinica. Anche i vertici dello stesso ospedale Sant’ Eugenio hanno cominciato un’indagine interna per verificare eventuali responsabilità da parte del personale del nosocomio. L’indagine dei Pm è stata avviata dopo l’esposto ai carabinieri presentato dalla donna, un’ italiana di trent’anni. La giovane, alla sua prima gravidanza, si era recata all’ ospedale dell’Eur già in preda alle doglie: è rimasta in attesa per oltre un’ora e mezzo. I dolori al ventre sempre più intensi non hanno, a detta della donna, messo in allerta il personale medico del nosocomio. La donna quindi, presa anche dal panico e dalla paura che la situazione potesse precipitare, ha deciso di lasciare l’ospedale e raggiungere il Grassi di Ostia. Qui i medici l’hanno ricoverata e trasportata d’urgenza in sala parto. Istanti drammatici che però non hanno consentito di concludere con successo il parto poichè il piccolo è nato morto. I pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, hanno disposto una consulenza per chiarire i tempi di attesa indicati nella denuncia e se sussistano profili di natura penale.
Qualche giorno fa, invece, un’altra tragedia si è consumata, ad Aprilia, in provincia di Latina dove una donna di 36 anni è morta sabato scorso in una casa di cura in seguito alle complicanze di un parto cesareo cui era stata sottoposta il giorno prima. La procura, dopo la denuncia dei familiari, ha aperto un’inchiesta. E la notte tra venerdì e sabato scorso un’altra partoriente, questa volta a Roma, ha vissuto un altro dramma ancora, anche se a lieto fine perchè il bimbo alla fine è nato sano e salvo. Secondo quanto raccontato dal marito, la donna, 35enne, sarebbe stata abbandonata dai medici durante il travaglio e ha così partorito da sola nel bagno dell’Ospedale Pertini. A salvare il bimbo, prendendolo prima che battesse il capo in terra, è stato proprio il neo papà. Ancora esterrefatto per l’accaduto.