DROGA A FIUMICINO, GDF SEQUESTRA 50 KG DI COCAINA IN HI-FI

25/08/2010 di

Tre insospettabili giovani brasiliane con tanto di figlio al seguito avevano nascosto 50 chili di cocaina, per un valore di otto milioni di euro, in un impianto hi-fi all’interno di una valigia. Ma gli esperti dell’unità antidroga della Guardia di finanza in servizio all’aeroporto di Fiumicino ormai sono abituati a scoprire i tanti metodi ingegnosi con cui i narcotrafficanti, soprattutto sudamericani, tentano di nascondere la droga sperando di riuscire a far passare indenni ai controlli doganali i «corrieri» di droga. Viene nascosta in ovuli ingeriti, in panetti all’interno di doppifondi delle valige, dei computer portatili, nei cavi delle antenne oppure intrisa nei tappeti, sciolta nelle bottiglie di rum e persino mescolata nelle statuine della natività. Ma non si aspettavano certo di arrestare tre giovani donne brasiliane, una delle quali, probabilmente per distogliere ulteriormente l’attenzione delle forze dell’ordine, persino accompagnata dal proprio figlioletto di 2 anni e mezzo. E invece all’interno dei loro bagagli, abilmente nascosta dentro i circuiti di un impianto stereo nuovo, i finanzieri hanno scoperto 8 involucri contenenti in totale 50 chilogrammi di cocaina. Droga purissima in cristalli con cui, secondo le stime dei chimici esperti della Gdf, i narcotrafficanti avrebbero ricavato all’incirca 150 chilogrammi di «droga da strada» per un valore complessivo pari a 8 milioni di euro. Ad attirare l’attenzione dei finanzieri – che in questa operazione hanno lavorato gomito a gomito con gli uomini dello Svad, dell’Agenzia delle Dogane – su quelle tre insospettabili donne con il bambino al seguito, è stato il peso eccessivo delle valige ed il fatto che avesse detto che all’interno, oltre ai vari effetti personali, c’erano solo dei «regali di modico valore» per dei familiari residenti in Italia. In ogni valigia, fra vari indumenti, era nascosto un impianto hi-fi, con tanto di certificato di garanzia e libretto delle istruzioni. Solo il peso, però, era un pò eccessivo. Così i finanzieri hanno pensato bene di smontare i piccoli pannelli di ogni singolo componente e hanno scoperto che, tra i circuiti elettronici, erano stati stipati gli otto involucri compressi contenenti la droga. Le tre sudamericane sono state subito trasferite nel carcere di Civitavecchia, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e dovranno rispondere di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, mentre il bambino è stato affidato ai Servizi Sociali della stessa casa circondariale. Sono decisamente tanti, e sempre nuovi i trucchi escogitati dai narcotrafficanti che tentano di introdurre la droga nel nostro Paese. Lo sanno bene i finanzieri dell’Unità antidroga in servizio nello scalo romano, che a volte devono il loro successo anche grazie all’impiego delle unità cinofile.