COSSIGA: TERZO GIORNO RICOVERO, ANCORA GRAVE MA STABILE

12/08/2010 di

Situazione invariata fino alle 20 della sera: «condizioni stabili ma critiche» che «richiedono il mantenimento di supporti vitali». È il terzo giorno di ricovero nel reparto di rianimazione del policlinico Agostino Gemelli per il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga. Il bollettino medico, l’unico della giornata, viene diramato poco prima delle 13 e conferma una situazione critica dopo l’insufficienza cardiorespiratoria che lunedì ha portato al ricovero, ma stabilizzata grazie alle terapie dell’equipe del reparto diretto dal professor Massimo Antonelli. Fuori dalla porta rossa da cui si accede alla rianimazione, è un’altra lunga giornata di attesa per familiari ed amici, che non si allontanano mai. Il riserbo è stretto, rispetto alla curiosità dei media che «assediano» il policlinico romano, ma dai volti trapela la preoccupazione. Il fatto che i medici attestino per il secondo giorno condizioni stazionarie, appare un segnale tutto sommato positivo, dal momento che lunedì la situazione era precipitata improvvisamente. Nel pomeriggio al Gemelli arriva monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni, che già lunedì era venuto in visita all’ex capo dello Stato. Intanto continuano numerose le telefonate dei vertici istituzionali, degli amici e conoscenti, ma anche della gente comune. C’è chi manda sms ai parenti per manifestare la propria vicinanza e chi chiama il centralino dell’ospedale Gemelli chiedendo informazioni. Con i figli Giuseppe, sottosegretario alla Difesa, e Anna Maria, attendono nel piazzale da cui si accede al pronto soccorso del Gemelli gli amici di sempre, come l’ex sottosegretario Paolo Naccarato e lo storico capo di gabinetto Alfredo Masala. Si ferma per più di un’ora anche l’ex capo del Sismi Niccolò Pollari. Il nipote Piero Testoni, deputato del Pdl, si allontana solo nel pomeriggio. In serata i medici non comunicano novità, rispetto al bollettino della mattina. «Ci assistono la fede e la speranza cristiana», dice don Claudio Papa, sacerdote molto vicino alla famiglia, andando via. E i figli?, gli chiediamo. Si stringe nelle spalle. Domanda stupida.