SUSO CECCHI D’AMICO: TUTTO IL CINEMA PER ULTIMO SALUTO

02/08/2010 di

Senza il rituale applauso (per espresso volere della famiglia), ma in un atmosferà di saldi affetti e amicizie lunghe una vita, il mondo del cinema italiano ha dato oggi l’estremo, caloroso saluto ad uno dei suoi protagonisti per tanti anni: la grande sceneggiatrice Suso Cecchi d’Amico, la preferita di Luchino Visconti e Anna Magnani, morta sabato all’età di 96 anni.


I funerali si sono svolti nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, famosa nel mondo per due splendidi Caravaggio e nota a Roma per tanti funerali di artisti, in un angolo della città amato da Valadier, Gogol e d’Annunzio. «Mia madre diceva che gli sceneggiatori devono restare dietro le quinte; inoltre detestava l’applauso dopo il funerale, ma adorava ritrovarsi con i suoi amici, come accade oggi. Mi auguro però che nessuno applauda alla fine del funerale», ha detto il figlio maggiore Masolino d’Amico, che sedeva accanto alle due sorelle Silvia e Caterina, tutti variamente impegnati nel lavoro del cinema. E di amici di Suso ce ne erano tantissimi, da riempire completamente la capace navata della chiesa, a cominciare dai compagni di lavoro e amicizia di una vita, i registi oggi decani della settima arte: Mario Monicelli e Carlo Lizzani, Franco Zeffirelli e Franco Rosi, fino a Ermanno Olmi, che a nome di tutti ha preso la parola, per un solo minuto o poco più: «Se l’affetto si misurasse dalle parole – ha osservato Olmi – sarei il meno adatto a parlare qui. Ma Suso, la ‘grande signora del cinema italianò ci lascia una lezione di cultura e di onestà, l’unica che valga». Suso non amava le troppe parole – ha aggiunto – e nemmeno un atteggiamento di troppa mestizia: «che i nostri cuori non siano troppo tristi in questa circostanza». Parole cadute in una atmosfera molto più affettuosa che funebre, dove si riconosceva un solo politico, Walter Veltroni, e tanti volti del nostro cinema, soprattutto registi: dai fratelli Vanzina a Cristina Comencini, a Ferzan Ozpedek, Citto Maselli, Gianni Amelio; e con loro attori di varie generazioni: da Paolo Villaggio a Giancarlo Giannini, Luca Zingaretti, Giuliano Gemma, Margherita Buy; e ancora scrittori e sceneggiatori come Raffaele La Capria e Vincenzo Cerami, fino all’avvocato Giorgio Assumma, il presidente della Siae che ha letto la ‘Preghiera dell’artistà. Altre personalità rappresentavano il teatro come Maurizio Scaparro e Carla Fracci. Alla fine del rito – in un silenzio commosso e senza applausi – il feretro è partito per il cimitero del Verano, dove verrà sepolto nella tomba della famiglia d’Amico.