CABINE TELEFONICHE ADDIO, A ROMA 46 VANNO IN PENSIONE
I vetri si appannavano per gli interminabili minuti che passavano, la cornetta grigia diventava incandescente e imprigionava frasi d’amore, liti, confessioni. E chi rimaneva fuori aspettava il suo turno, con pazienza o con ansia, guardando l’orologio e temendo di perdere un appuntamento concordato il giorno prima. Le cabine telefoniche sono state testimoni della vita di molti, ne hanno accolto le lacrime e i sorrisi, li hanno riparati dal freddo.
C’erano quando i telefoni a casa non erano ancora per tutti. E sono servite anche per rivendicare attentati. Ma l’avvento del telefonino le ha mandate lentamente in pensione. Ormai inutilizzate, sono preda di continui atti vandalici. È per questo che Telecom, il 28 agosto, ne dismetterà a Roma 46 sulle 3.807 esistenti. Agcom ha infatti avviato una consultazione pubblica, che si è conclusa alla fine del mese di gennaio, finalizzata a una razionalizzazione delle cabine presenti sul territorio nazionale. D’altronde i dati parlano chiaro: tra il 2001 e il 2008 c’è stata una riduzione pari a circa l’88% in termini di numero totale di conversazioni da postazione fissa (traffico locale, internazionale, interdistrettuale e fisso mobile), e una riduzione pari a circa il 90% in termini di minuti di conversazione; l’80% delle cabine telefoniche inoltre registra meno di 3 chiamate al giorno. Ma una scappatoia, per chi non vuole rinunciare ad avere la cabina sotto casa, c’è: due mesi prima della disattivazione è stato apposto un cartello con l’avviso della dismissione e chi vorrà bloccare lo smantellamento di quello specifico telefono pubblico potrà ricorrere all’Agcom. Le 46 cabine che andranno in pensione sono quelle che ad oggi effettuano meno di una chiamata al giorno. A questo primo lotto se ne aggiungeranno anche altri in futuro. I nostalgici della telefonata all’aperto però si stanno facendo sentire anche su facebook dove è stato creato il gruppo ‘Addio cabine telefoniche!!!’ che ha come immagine del profilo il caro e vecchio gettone. In un altro, chiamato semplicemente ‘Cabine telefonichè, si chiede di firmare una fantomatica petizione per aiutare Superman a salvarle dalla completa rimozione nelle strade: «Superman è in crisi non riesce a trovare più una cabina telefonica dove potersi cambiare e salvare il mondo», è scritto sulla bacheca. Molte cabine però sono ormai rese inutilizzabili, oltre che dall’avvento dei telefonini, a causa degli atti vandalici: cornette strappate, sporcizia e apparecchi divelti per rubare le monetine la fanno da padrone. C’è poi qualcuno che ha pensato bene di portarsela via una cabina e di farne una doccia vintage nel proprio giardino. Il 50% delle postazioni di telefonia pubblica funziona a moneta: i 20 centesimi hanno preso il posto del gettone; il taglio minimo delle schede prepagate è di 3 euro; il 75% delle cabine all’aperto deve essere accessibile anche per gli utenti diversamente abili.