MILITIA, DOSSIER SU ALEMANNO.IL SINDACO: NON TEMO MINACCE

23/05/2010 di

Nuove sedi di autodichiarati fascisti nella Capitale e un dossier con presunte rivelazioni sul passato del sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il giorno dopo le perquisizioni dei Ros e le denunce nei confronti di quattro esponenti di Militia, gli stessi estremisti di destra rilanciano il movimento neofascista, decisi a «non fermarsi» e respingendo le accuse di terrorismo.

Immediata la risposta di Alemanno: «Come non mi sono fatto intimorire dagli striscioni contro di me che sono stati affissi negli ultimi due anni, così non mi faccio certo intimorire da oscure e inconsistenti minacce di ricatti sul mio passato o sul mio presente politico». Tutto è partito da una conferenza stampa con oltre venti «camerati» tenuta nel pomeriggio all’interno della loro sede romana nel quartiere Montesacro. Da lì è arrivato il messaggio del guru del movimento, Maurizio Boccacci, anche lui indagato e al momento ‘invisibilè. «Alemanno non faccia lo stupido, se tiro fuori delle cose su di lui come sindaco dura solo un’altra mezz’ora», dice Stefano Schiavulli, un altro indagato, riferendo le parole di Boccacci. Poi gli esponenti di Militia hanno annunciato «un dossier su Alemanno che riguarda il suo passato e cose che ancora non si sanno di lui. Sappiamo noi quando scegliere il momento per rendere noto il dossier» e compiere «nuove azioni dimostrative nella Capitale». Teste rasate, anfibi e tatuaggi con celtiche e svastiche. Durante l’adunata, che ha preceduto quella annunciata per la sera a cui sono stati invitati oltre cento militanti da tutt’Italia, i ‘legionari nerì hanno scatenato la loro rabbia contro Alemanno, etichettato con epiteti offensivi e parlando di «compromessi cui il sindaco è dovuto scendere con i sionisti, i palazzinari ed il Vaticano per essere eletto».

«Dall’88 al ’91 ho passato delle notti con Alemanno ad attaccare i manifesti di Forza Nuova a Montesacro», ha riferito un altro esponente del movimento, anche lui indagato, Massimiliano De Simone. Tra l’88 e il ’91, tuttavia, Alemanno era segretario nazionale del Fronte della Gioventù e Forza Nuova è un movimento nato nel ’97. Ma nel mirino delle accuse di Militia c’è anche il presidente della comunità ebraica Riccardo Pacifici. «No, non siamo mai stati ad Auschwitz e non ci andremo – hanno detto gli ‘antisionistì – Ma se Pacifici ci chiede di andare lì, lui vada ad assistere agli stermini in Palestina». Un forte stop alle prese di posizione di Militia è arrivato non solo da Alemanno ma anche dal presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. «A Roma – ha detto il sindaco – chiunque può manifestare le proprie idee politiche a patto che non siano propaganda di odio, di razzismo e di antisemitismo. Roma ha già pagato un prezzo troppo alto alle culture dell’odio di destra e di sinistra e non vuole tornare indietro». Per Zingaretti, «ora tocca a tutti noi, a coloro che credono nei valori della democrazia e della libertà, aprire una grande battaglia culturale». Militia, tuttavia, si dice tutt’altro che colpito dal blitz di ieri dei Ros, anzi punta a crescere. I leader pensano di aprire altre sedi a Roma e non solo, convinti di aver «acquisito maggiori consensi dopo l’attacco di ieri». Nella capitale i ‘legionari nerì hanno stimato circa 150-200 simpatizzanti e 30-40 militanti. Ma apriremo nuove sedi solo «con quelli che sono decisi ad osare con noi e credono nel fascismo». Nuove sedi, come quella in via Tofano, in uno stabile occupato a Vigne Nuove, dove c’è una palestra intitolata al pugile Primo Carnera, con tanto di ring e sala per tatuaggi, e un altro locale dove in vetrina è in bella mostra il busto del Duce. Ora questo quartier generale dei nuovi fascisti potrebbe a moltiplicarsi.