Roma, la metro C resta un sogno: talpa ferma da due anni

12/07/2013 di

La “talpa” che avrebbe dovuto scavare le gallerie della nuova linea C della metropolitana romana è ferma sotto S. Giovanni. Bloccata. Dall’ottobre del 2011. Due anni di inattività che rappresentano un’eternità se si sta parlando della più grande opera infrastrutturale al momento in costruzione in Italia. E soprattutto, se la questione sembra essere emersa dopo un sopralluogo di un preoccupato sindaco Ignazio Marino che con l’assessore capitolino ai Trasporti Guido Improta è sceso all’interno del cantiere di via Taranto.

Così, un’opera che in partenza, e cioè nel 2001, costava poco meno di due miliardi e ora ne costa più di 5, nasconde nella sua pancia la totale inattività. Resa ancor più grave dal fatto che la talpa escavatrice (Tbm) non può andare nè avanti e nè indietro. E non si muove non perchè c’è «un problema economico-finanziario ma perchè la soprintendenza dei beni archeologici non ha autorizzato l’uscita dovendo analizzare il materiale sovrastante», spiega l’assessore.

Il sindaco parla di «aspetti tecnici che mi lasciano molto preoccupato», e ricorda che c’è inoltre «la necessità di completare, non utilizzando la talpa – ha proseguito Marino – il tunnel tra la stazione San Giovanni e la nuova tratta che parte da via Sannio». Per Improta «a questo punto ci si dovrebbe chiedere se due anni siano o meno un tempo il più breve possibile o, per così dire, permissivo e in questo caso c’è una responsabilità di cui ci dovremmo fare carico tutti quanti».

D’altronde, «quando si è deciso di fare un’opera così importante e strategica per la città è evidente che tutti gli attori coinvolti devono svolgere le proprie attività nel rispetto anche dell’utilità complessiva dell’opera», ha detto ancora. Vero è che la storia della linea C della metropolitana i cui tempi ora sono tutti rimessi in discussione, non è stata semplice: basti pensare al rapporto sui costi redatto dalla Corte dei Conti nelle cui 182 pagine si analizzavano in modo critico i conti lievitati di quest’opera fino ad arrivare a parlare di «una sottovalutazione dei costi» da parte del Cipe. Ma questo è nulla rispetto al pericolo crollo per il Colosseo a causa dei cantieri della nuova linea metropolitana che venne denunciato dall’associazione Italia nostra che parlò anche di un nuovo ricorso alla Corte dei Conti, smentito in seguito. Oggi, dopo la seduta della giunta di Roma capitale è stato scoperchiato un verminaio e rimesso tutto in discussione.

Per quanto riguarda i tempi, ha detto Improta, «il crono-programma per l’apertura della linea C è tutto da rivedere. L’entrata in esercizio della linea C da Pantano a Centocelle potrà avvenire entro giugno 2014». In merito ai fondi, invece, pare esserci una buona notizia: grazie al fatto che un emendamento al decreto del fare è stato considerato ammissibile sarà possibile accedere a 375 milioni di euro per la stazione Venezia della linea C. «La modifica riguarda l’inserimento del parametro dell’avvio del pre-esercizio della prima tratta della linea fino a Pantano entro il 30 dicembre 2013 e non l’entrata effettiva in esercizio entro il 15 ottobre».