Caso Cucchi: poliziotti assolti, medici condannati

06/06/2013 di

Stefano Cucchi non fu pestato nelle celle di sicurezza del tribunale di Roma, morì in ospedale a causa di un errore dei medici. È questa la conclusione cui sono giunti i giudici della III Corte d’assise della capitale nel processo per la morte del geometra romano, arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini. Dunque gli unici colpevoli sono i sei medici dell’ospedale romano. Assolti i tre infermieri e i tre agenti penitenziari.

Dopo quasi otto ore di camera di consiglio è una sentenza ‘lievè quella che partorisce la Corte: condanna solo i medici ma non per il grave reato di abbandono d’incapace, bensì per omicidio colposo. E tutto ciò ha fatto ridurre in maniera considerevole la pena inflitta, compresa entro i due anni di reclusione. In particolare, due anni sono stati inflitti al primario del Reparto detenuti del ‘Pertinì, Aldo Fierro, e un anno e quattro mesi ciascuno per i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Mentre Rosita Caponetti viene condannata a 8 mesi di reclusione per il solo reato di falso ideologico. Il resto è tutta una sentenza assolutoria: ‘ampia, pienà per gli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe; e per ‘insufficienza di provè per gli agenti della Penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici. I cinque medici condannati per omicidio colposo dovranno risarcire le parti civili in separata sede. Non solo; dovranno anche pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 100 mila euro ciascuno a Giovanni Cucchi e Rita Calore, i genitori di Stefano, di 80 mila euro alla sorella Ilaria, e di 20mia euro ciascuno ai due piccoli nipoti. Oggi la verità processuale, dopo una dura e lunga battaglia dibattimentale. Ma la Procura aveva un’altra verità: quella di un ragazzo pestato nelle celle del tribunale e poi fatto morire per incuria, abbandono, fame e sete in ospedale. Per questo aveva ipotizzato reati che andavano dall’abbandono d’incapace, all’abuso d’ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni ed abuso d’autorità. Il pm Vincenzo Barba si dice «insoddisfatto per l’assoluzione degli agenti penitenziari: ciò sarà oggetto di valutazione». Perchè per la Procura il pestaggio ci fu stato e fu concausa della morte di Stefano. Dunque contro quell’assoluzione la Procura ricorrerà. Esultano gli assolti. «È una vittoria dal punto di vista umano e professionale – ha commentato l’avvocato Diamante Ceci, legale di due degli infermieri assolti – Finalmente è stata ristabilita la verità»; cui si aggiunge il collega Diego Perugini, legale di uno degli agenti, per il quale «Il processo aveva detto ‘assoluzionè, e così è stato. Moderata soddisfazione da parte del legale del primario del ‘Pertinì: »La Corte aveva comunque tutti gli elementi per escludere la responsabilità del professor Fierro. La sentenza certamente ha fatto ordine rispetto alla contestazione fatta dai pubblici ministeri ed alle pressioni mediatiche di tutti i giorni«. L’avvocato che ha accompagnato la famiglia Cucchi in questi quattro anni, Fabio Anselmo, parla di »fallimento dello Stato: considerare Stefano morto per colpa medica è un insulto alla sua memoria, alla famiglia che ha sopportato tanto, alla stessa giustizia«. E il padre e la madre di Stefano piegati dagli anni e dal dolore escono dall’aula quasi increduli. Li abbraccia, Luigi Manconi, presidente della Commissione per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato, li abbraccia il loro avvocato. E i tanti fuori dall’aula bunker che gli dicono che non sono soli.