Spari a Roma, ex moglie: “Uomo per bene”
«Un uomo per bene e un buon padre». Non dice una sola parola contro l’ex marito Ivana Dan, 40 anni, fino al 2011 sposata con Luigi Preiti, l’uomo che oggi ha ferito due carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Gino, come lo chiamavano anche a Predosa, 2.100 abitanti a una ventina di chilometri da Alessandria, è una persona «molto diversa – dice – da quella che è stata descritta in queste ore». Lunghi capelli neri, jeans e giubbotto di pelle, la donna rientra nella sua abitazione, al secondo piano di una casa popolare nel centro del paese, dopo aver trascorso tutto il pomeriggio in caserma, a raccontare ai carabinieri chi è Luigi Preiti. Un ‘tapulantè, come chiamano muratori e piastrellisti da queste parti in dialetto metà piemontese e metà ligure – Genova è a soli 60 chilometri -, che non aveva «mai avuto problemi».
I due si erano sposati dopo la fine del primo matrimonio con Tiziana, che ora ha 43 anni e vive a Valenza. La loro era stata una storia d’amore, culminata con la nascia de figlio. Fino a quando, secondo il racconto della donna agli investigatori, ‘Ginò non era stato preso dal demone del gioco. Slot machine e biliardino: un passatempo, all’inizio, diventato vera e propria mania. I soldi, che prima non erano mai mancati, hanno così iniziato a scarseggiare e anche il rapporto tra i due era entrato in crisi.
Dopo la separazione, l’uomo si era trasferito dai genitori a Rosarno, in Calabria. A Predosa era tornato soltanto una volta, lo scorso anno, per la Prima Comunione del figlio, 11 anni. Un bambino a cui «non ha mai fatto mancare nulla», sottolinea l’ex moglie, e che «cresce nel rispetto del padre», perchè «per lui – sottolinea – si è sempre spaccato la schiena».
Ivana parla da dietro la porta di casa, tenuta socchiusa per rispondere alle domande dei giornalisti, che per tutto il giorno le danno la caccia. «Sono stanca di tutta questa pressione», si lascia andare, prima di ritrovare la forza per ricordare ai cameramen che suo figlio «è un minorenne» e rientrare in casa. Pochi minuti dopo esce di nuovo, questa volta con i capelli raccolti in una coda di cavallo. Accanto a lui il figlio, con il cappuccio della felpa sulla testa. «Lo accompagno a mangiare la pizza con un amico – dice mentre il bimbo saluta con la mano le telecamere – glielo avevo promesso…».