Medici primari: “Negli ospedali 50% di esami inutili”

25/02/2012 di

«Ci costringono a fare molti esami diagnostici inutili. Tra il 30 e il 50 per cento di quelli che vengono fatti negli ospedali lo è». Lo afferma il presidente dell’Anpo Lazio, Associazione Nazionale Primari Ospedalieri, Domenico Carnì, a margine di un incontro sulla responsabilità professionale del medico. Quello della medicina difensiva è un tema ‘caldò dell’ incontro e per spiegare la mole di esami inutili, Carnì afferma che dipende «dal dover prevenire le accuse di omissione che ci vengono rivolte».

La situazione negli ospedali è degenerata al punto che «le assicurazioni scappano e molte strutture restano senza. In alcuni nosocomi, per esempio in Toscana – aggiunge – si è istituito un fondo-salvadanaio, usato per gli esborsi, in caso di contenziosi legali». Ben venga dunque, per Carnì l’ipotesi di ‘calmierarè le polizze assicurative che sarebbe contenuta in un emendamento presentato dal governo all’interno del decreto liberalizzazioni.

I fronti aperti, oltre alla medicina difensiva, sono ancora molti: la gestione delle emergenze, il taglio dei posti letto degli ospedali (10.000 dal 2000 nel Lazio) e il precariato. Su questo ultimo punto si è aperto un tavolo di confronto con la Regione Lazio per la regolarizzazione di 3.200 operatori della sanità precari «quasi tutti impiegati nei reparti di emergenza», i cui contratti sono stati prorogati al 31 dicembre 2012. L’ipotesi allo studio è quella di indire dei concorsi ma per ora non si è ancora arrivati ad un accordo.