Roma, quattro giorni legata alla barella in attesa di un posto in ospedale

21/02/2012 di

Quattro giorni legata alla barella in attesa di un posto letto, dopo un trauma cranico. È la scoperta ‘choc’ che fanno all’alba Domenico Gramazio e Ignazio Marino, senatori eletti nel Lazio, nel corso di un ‘blitz’ al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma, dopo che l’intero sistema dell’emergenza della Capitale è finito sotto inchiesta della magistratura. Una situazione che «capita spesso» per la cronica mancanza di posti letto, si giustifica il direttore del Dea del Policlinico, Claudio Modini, mentre il caso finisce al vaglio della procura di Roma e del ministero della Salute, che ha inviato d’urgenza gli ispettori nel nosocomio romano, bollando il caso come ingiustificabile.

La denuncia dei senatori arriva dopo un giro in tre dei principali Pronto soccorso della Capitale fatta intorno alle sette del mattino, nell’orario di cambio turno, (le ‘visitè hanno riguardato anche le strutture di emergenza-urgenza degli ospedali San Camillo e San Giovanni). Se la situazione degli ultimi due è apparsa «in parte ancora congestionata e di sofferenza» ma con «tentativi di reagire» allo scandalo partito dalla situazione del San Camillo la scorsa settimana, con nuovi reparti e posti letto (che diventeranno operativi non appena arriverà il personale) lo scenario del Policlinico è stato definito dai due senatori «totalmente indecente» e «intollerabile». Entrati nella ‘piazzettà, come viene comunemente chiamata la zona di passaggio dove vengono ammassati i pazienti in attesa di essere ricoverati in altri reparti, Gramazio e Marino sono stati «turbati» dalla scena che hanno incontrato: una signora «di 59 anni, in coma dopo un trauma cranico, legata mani e piedi alla barella per precauzione con delle lenzuola, per evitare possibili cadute visto che il letto è senza sponde, da quattro giorni in attesa di essere ricoverata, come ci hanno spiegato i sanitari, da un minuto all’altro». E tenuta «con la sola flebo con l’acqua fisiologica» ma «senza nutrizione».

La signora, hanno chiarito in seguito dal Policlinico, con l’assenso dei familiari, è stata assitita «al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24» e «con terapia idrica». Resta il fatto, però, che ha atteso quattro giorni, sostanzialmente in un corridoio, di essere trasferita, come avvenuto poi in serata, nel reparto di Neurologia. E in effetti, ammette il direttore del Dea, l’assistenza lasciava a desiderare «dal punto di vista ‘alberghierò: come comfort» sarebbe stato meglio «il ricovero». Ma questo, aggiunge, «non dipende da noi del pronto soccorso» perchè «non è nei miei poteri trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata». Che la signora sia stata «gestita correttamente» è convinta anche Renata Polverini, che invita i cittadini del Lazio «a fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di tutto il personale altamente qualificato, medico e non medico».

Il governatore del Lazio garantisce comunque che «i tecnici stanno esaminando il caso» e al termine «saranno eventualmente adottati provvedimenti sul caso». Dell’avviso che si debbano individuare «cause» e «responsabili» anche il ministro Renato Balduzzi. Per il titolare della Salute «se confermata» si tratta di una «indegnità » che «non è giustificabile in alcun modo», nè con «il sovraffollamento del Pronto Soccorso per inappropriatezza degli accessi» nè con «le restrizioni di budget» per le Regioni in piano di rientro, come il Lazio.