Mozzarella blu, due sequestri a Frosinone

05/01/2012 di

Due sequestri in poche ore, mozzarella blu sotto accusa e a Frosinone e provincia è tornato l’allarme tra i consumatori. Timori e preoccupazione dopo i sequestri attuati dalla Squadra mobile, che indaga a tutto campo per accertare l’origine e la provenienza dei latticini tolti dal mercato.

Tutto è cominciato martedì pomeriggio dopo la denuncia di un’insegnante che aveva acquistato alcune mozzarelle in un grande supermercato del capoluogo: dopo averle conservate nel frigorifero di casa avevano però assunto una pigmentazione blu. Così la polizia ha sequestrato un’intera partita finita sotto accusa.

Ieri mattina un altro sequestro, sempre nel capoluogo ciociaro, dove gli agenti del dirigente Carlo Bianchi hanno prelevato una nuova partita di mozzarelle in un diverso supermercato, dopo la segnalazione di un cittadino residente a Torrice. Oggi nei laboratori dell’Asl di Frosinone sono state esaminate le mozzarelle finite nel mirino degli inquirenti. I risultati delle analisi ancora non si conoscono, ma l’allarme è ai massimi livelli.

Secondo la Questura di Frosinone, che ha svolto attenti accertamenti, le mozzarelle potrebbero essere arrivate dall’estero. Le verifiche hanno escluso che siano state prodotte e confezionate in provincia di Frosinone. I nuovi casi di mozzarelle blu hanno subito scatenato forti polemiche. La Confederazione italiana agricoltori (Cia), con il presidente regionale Alessandro Salvatori, preme per l’istituzione di un tavolo di crisi per affrontare l’emergenza in Ciociaria sollecitando anche una normativa sulla provenienza del prodotto.

L’associazione Earth invita invece a rendere noto il nome dell’industria produttrice. «Il marchio della mozzarella contaminata – dice Valentina Coppola – non è apparso nemmeno sugli avvisi di sicurezza del Ministero della Salute, questo segna quanto ci si preoccupi della salute pubblica e della sicurezza alimentare degli italiani».

La Coldiretti di Frosinone ha predisposto un decalogo per i consumatori con cinque regole d’oro: «Le frodi e le sofisticazioni alimentari – sostiene il direttore di Coldiretti di Frosinone, Paolo De Cesare – mettono a rischio il futuro di un settore simbolo dell’agricoltura per colpa di operatori senza scrupoli che non rispettano norme e regole». Chi segue con attenzione la vicenda è anche il Comune di Frosinone, che è pronto ad assumere provvedimenti duri. «Bisogna sapere – aggiunge l’assessore comunale al Commercio, Daniele Colasanti – se si sia trattato di un problema di produzione, di conservazione o altro ancora. Verificheremo con la massima attenzione l’esistenza di eventuali responsabilità. In questo caso saremo pronti a revocare la licenza a produttori o commercianti».

La vicenda ora rischia di finire in Parlamento: l’Idv, con il senatore Nello Di Nardo, chiede al ministro delle Politiche agricole Mario Catania di riferire in Aula. Ma Patrizia Laurenti, docente di Igiene dell’Università cattolica di Roma, tranquillizza sui rischi per la salute: «Sono quasi nulli», dice, perché il batterio responsabile della colorazione non è patogeno. Dall’ingestione, aggiunge, solo qualche fastidio gratroenterico per soggetti suscettibili come bambini, anziani o persone immunodepresse.