Madre e figlio positivi alla Tbc, esposto in Procura

13/09/2011 di

Il figlio, nato nel luglio scorso al Gemelli, era risultato positivo al test della Tbc. Pochi giorni fa la madre, che si è sottoposta agli esami, ha avuto lo stesso responso. Da qui la decisione di presentare una denuncia in Procura a Roma dove la vicenda dell’infermiera affetta da tubercolosi è oggetto di un’inchiesta per epidemia colposa. Quello della donna è il primo caso di esposto presentato da parte di un privato, ad eccezione di quella collettiva avanzata dal Codacons alcuni giorni fa, e finita all’attenzione del procuratore aggiunto Leonardo Frisani. Alla luce di questa iniziativa non è escluso che gli inquirenti possano procedere con le prime iscrizioni nel registro degli indagati.

Nella denuncia, presentata dall’avvocato Luca Petrucci, vengono ricostruiti gli eventi, da quando la coppia, in prossimità del settimo mese di gestazione, si rivolge al Gemelli per seguire le ultime fasi della gravidanza. «Seguivano scrupolosamente il calendario di visite ed accertamenti consigliati loro dai sanitari – si legge nella denuncia – peraltro recandosi sempre presso gli ambulatori del Policlinico». Poi, «a distanza di un mese e due giorni dalla nascita del figlio, venivano contattati da un incaricato» del nosocomio che «chiedeva loro la disponibilit… a presentarsi il giorno successivo presso il reparto di Medicina Preventiva al fine di sottoporre il piccolo all’analisi per la Tbc polmonare».

Il neonato risultò positivo al test e pertanto «si rendeva necessario somministrare al neonato ulteriori accertamenti quali il prelievo di sangue, la radiografia polmonare ed il test Mantoux». Svolti questi esami, veniva disposta «una profilassi della durata non inferiore a quattro mesi e con visita di controllo». Per la giovane coppia di genitori siamo in presenza di un fatto «sconcertante» nel quale è ipotizzabile che siano «stati violati i pi— semplici protocolli di sicurezza e garanzia per la salute dei pazienti che dovrebbero essere seguiti da un qualsivoglia ospedale e, in misura ancora pi— rigorosa, da uno dei principali centri sanitari nazionali». Secondo i denunciati è «assurdo» che al Gemelli «possa operare un’infermiera affetta da Tbc, senza che la stessa fosse mai sottoposta a controlli periodici circa il suo stato di salute», nonch‚ «la ritardata, se non omessa, informazione da parte del personale del nosocomio». Poi la decisione, «nonostante da parte dei sanitari del Policlinico provenissero rassicurazioni circa una non estensione del contagio anche ai genitori», di sottoporsi comunque al test, «risultando la positivit… alla Tbc per la mamma». Una vicenda che la coppia definisce «gravissima» e visto che «non vi è soltanto il profilo del rischio per la salute – sia del neonato che della madre – ma altresì sembra evidenziarsi una palese disfunzione nella gestione della problematica nonch‚ una carenza nella informazione e nella comunicazione». Quindi la denuncia «nei confronti del personale amministrativo e sanitario del Policlinico A. Gemelli e chiunque altro sar… ritenuto responsabile per tutti i fatti sopra narrati per il reato di lesioni colpose e per altri reati».