Roma, benzinaio ucciso: colleghi pronti allo sciopero

10/08/2011 di

I benzinai di Roma e provincia sono pronti a scioperare per chiedere più sicurezza e un cambio nella concezione dei distributori, dopo l’uccisione ieri di un loro collega in una rapina a 40 chilometri dalla capitale.

«L’ennesima rapina ai danni di un impianto di carburante, questa volta conclusasi tragicamente con l’uccisione di un collega, alla famiglia del quale va tutta la nostra affettuosa vicinanza, deve far seriamente riflettere – si legge in una nota del presidente della Federazione italiana gestori impianti stradali carburante (Figisc) di Roma e provincia, aderente a Confcommercio, Maurizio Micheli – Non è più possibile rimandare, infatti, ciò che noi gestori chiediamo da tempo: ossia una ristrutturazione delle pompe di benzina. Non possiamo più tollerare che un tragico avvenimento, come quello accaduto ieri, resti solamente un fatto di cronaca. Le istituzioni e le compagnie petrolifere devono farsi carico del problema dotando gli impianti di sistema di sicurezza come telecamere e box blindati. Siamo stanchi di questa situazione più volte denunciata e mai ascoltata. Ecco perchè siamo pronti a indire uno sciopero per rivendicare il nostro diritto a lavorare in sicurezza».

«La cosa che ferisce di più – afferma Micheli – è che il gestore ucciso ieri è morto per difendere un incasso la maggior parte del quale va proprio allo Stato e alle compagnie petrolifere. Tutti si devono rendere conto che oramai siamo diventati i luoghi più appetibili per i criminali. Qui, infatti, la maggior parte degli incassi sono ancora in contanti e la sicurezza totalmente insufficiente. Più volte abbiamo fatto incontri con le banche e con il Ministero interessato, per chiedere adeguamenti sui costi di transazione dei bancomat e delle carte di credito, ritenuti troppo elevati dalla nostra categoria. Riunioni terminate sempre con promesse a cui non si è mai dato seguito con i fatti». «Un sentito appello – conclude Micheli – lo rivolgiamo anche alle forze dell’Ordine alle quali chiediamo un maggior controllo del territorio soprattutto negli orari di chiusura degli impianti. Nelle periferie ci sono gestori che lavorano nel terrore di ciò che potrebbe accadergli. Non è più possibile che onesti lavorati rischino la propria vita per dei guadagni che alla fine sono davvero marginali. Il fatto tragico di ieri non può e soprattutto non deve più accadere».