Capezzone contro Guzzanti, scontro su ex cinema di San Lorenzo
Insulti, grida e spintoni. Così è finita, in una bagarre generale, la lite tra Sabina Guzzanti e Daniele Capezzone all’Hotel Nazionale, a Roma, dove si stava discutendo sulla trasformazione in casinò dell’ex cinema Palazzo, storica sala del quartiere di San Lorenzo occupata da quasi tre mesi da chi si oppone a questo progetto. L’attrice, che ha apertamente appoggiato l’occupazione dello stabile insieme ad altri artisti, è intervenuta a sorpresa durante l’incontro organizzato dalla Camene, la società che dovrebbe costruire la sala giochi: «È illegale costruire un casinò in un quartiere come San Lorenzo, vicino a un’università. È un quartiere storico, non vi si può costruire un casinò», ha detto la Guzzanti interrompendo la riunione. Capezzone l’ha fermata chiedendole polemicamente in base a quale principio appoggiasse un’occupazione, e la situazione è rapidamente degenerata: l’attrice urlava, Capezzone l’accusava di essere «un’occupante abusiva violenta e prepotente». Tra i sostenitori della società che vuole aprire la sala giochi nell’ex cinema c’era il parlamentare, sempre pidiellino, Francesco Aracri, che ha apostrofato la Guzzanti e gli occupanti con un ‘buffonì generalizzato, per poi rivolgersi solo a lei: «Hai preso i soldi da Caltagirone, paga le tasse». Prima di essere allontanata dalla sala, la Guzzanti ha gridato: «C’è pure Anemone e Balducci dietro la Camene, vergogna! Questa società è la stessa che finanziava il Salaria Sport Village collegato ad Anemone». Nel pomeriggio la replica di Capezzone, affidata a un comunicato stampa: «C’è un imprenditore che agisce nella legalità, che potrebbe creare decine di posti di lavoro, che potrebbe riattivare una struttura abbandonata da anni, che sta investendo una notevole somma di denaro, e invece i signori dei centri sociali hanno pensato bene di occupare tutto, e di trasformare il locale (a lavori in corso, e quindi senza alcuna sicurezza, e con gravi rischi per la salute e l’incolumità di cose e persone) in un luogo da loro gestito, ovviamente senza alcun titolo e senza alcuna legalità, nel più totale abuso. Ecco la differenza: c’è chi, da comunista miliardario, difende gli occupanti illegali e chi, invece, difende chi potrebbe creare decine di posti di lavoro regolari». In serata Sabina Guzzanti è tornata a parlare: «I posti di lavoro di cui parla Capezzone ci sarebbero anche con un’attività culturale a cui lo spazio è peraltro naturalmente destinato, in quanto si tratta di un cinema-teatro storico. Voglio poi ricordare che l’ex cinema non è stato occupato dai centri sociali ma dall’intero quartiere: abbiamo raccolto già 5.000 firme contro il casinò. Non ultimo in ordine di importanza, i problemi di ordine pubblico in una zona già congestionata da questo tipo di problemi». Controreplica di Capezzone: «La signora Guzzanti invece di aiutare i suoi amichetti, metta i suoi soldi, ed affitti lei il locale».