Rifiuti e costi gonfiati, altro colpo alla Green Holding: sette arresti

26/11/2014 di
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polizia-auto-controlli-5691466Distraevano fondi pubblici della Regione Lazio per il risanamento di aree utilizzate come discariche. Sette persone sono state arrestate dalla Polizia di Latina, nelle province di Latina e Milano, in esecuzione di sette ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. Le accuse sono falso, truffa aggravata e frode in pubbliche forniture.

Le indagini, avviate all’inizio dell’anno e supportate da attività tecniche, hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico dei manager di alcune società fornitrici di servizi ambientali, dediti alla sistematica distrazione di fondi pubblici, erogati dalla Regione Lazio, destinati al risanamento di aree utilizzate come discarica.

Colpito ancora una volta il management del gruppo “GREEN HOLDING” che agiva “con la complicità di amministratori di un’altra società tale da indurre la Regione Lazio in errore nella determinazione della tariffa d’ingresso del rifiuto in discarica. Varie sono le accuse a carico di ogni indagato che vanno dal falso in bilancio alla frode in pubbliche forniture” si legge in una nota della Questura.

I NOMI. Le ordinanze del Gip sono stati notificate tra Milano e Latina ad alcuni componenti della famiglia Grossi: Paola, Simona e Andrea, figli di Giuseppe Grossi, la madre Marina Cremonesi, oltre a Ernesto D’Aprano, Paolo Titta e Vincenzo Cinini, direttore Indeco e componenti del cda della Green Holding.

Il giudice Giuseppe Cario

Il giudice Giuseppe Cario

LE ACCUSE. I reati contestati vanno dal falso ideologico alla frode in pubbliche forniture nonché alla truffa aggravata dall’essere stata commessa in danno dei Comuni pontini che hanno conferito rifiuti negli invasi del Montello gestiti dalla Indeco. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Latina e coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo pontino hanno permesso di smascherare un articolato meccanismo messo in piedi dal management della Green Holding con la complicità degli amministratori di un’altra società del predetto gruppo industriale (Alfa Alfa), riconducibile alla famiglia Grossi che controlla la Green Holding.

“La maxitruffa – si legge in una nota – sarebbe stata architettata attraverso altre società del gruppo milanese (Adami srl e Raps Sas) inducendo la Regione Lazio in errore nella determinazione della tariffa d’ingresso del rifiuto in discarica. In particolare gli investigatori della Squadra mobile hanno accertato nel corso delle indagini una sovrastima dei costi per noleggio dei mezzi d’opera necessari allo smaltimento dei rifiuti nella discarica. L’amplificazione fittizia dei costi ha determinato una quantificazione della tariffa maggiore rispetto a quella che sarebbe stata applicata ove fossero stati computati i costi reali, con conseguente danno per i Comuni conferenti. Le società locataria dei mezzi d’opera è risultata la Alfa Alfa srl., il cui presidente del consiglio di amministratore è Simona Grossi, sorella di Andrea, che è risultato consigliere delegato.

procura-repubblica-latina-6235545937I provvedimenti restrittivi sono stati emessi in seguito alle fonti di prova raccolte all’esito delle perquisizioni disposte dall’autorità giudiziaria di Latina lo scorso 16 ottobre, allorché è stata sequestrata copiosa documentazione. Nell’occasione l’autorità giudiziaria ha disposto altresì il sequestro delle quote sociali della società Indeco srl in quanto la disponibilità delle stesse è verosimile che possa aggravare gli effetti della condotta illecita rilevata, nonché arrecare ulteriori danni alla collettività. E’ stata inoltre delegata alla Mobile l’acquisizione presso gli uffici della Regione Lazio delle polizze fideiussorie dovute da Indeco a tutela degli impegni finanziari riguardanti la gestione post-mortem del Bacino S4 tenendo conto che quest’ultimo è stato autorizzato ad un innalzamento che ha consentito di abbancare ulteriori 600 tonnellate circa di rifiuti, con conseguente importo da garantire pari a circa 36 milioni di euro”.