DEMANIO, CARCERI E CASERME A CITTA’ DEL LAZIO
Caserme, carceri, poligoni di tiro e molto altro, per un totale di 22 beni immobili, da oggi sono a disposizione delle cittadine del Lazio, nelle quali da anni sono lasciate all’abbandono, grazie all’intesa firmata tra il vice ministro dell’ Economia Vincenzo Visco, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e il direttore dell’Agenzia del Demanio Elisabetta Spitz. Gli immobili, già della Difesa verranno valorizzati e trasformati in luoghi per i cittadini.
I beni si trovano in quattro comuni in provincia di Roma (Civitavecchia, Guidonia Montecelio, Pomezia, Rocca di Papa) e in due in provincia di Latina (Gaeta, Cisterna di Latina) e potranno diventare, anche con l’apporto di capitali privati, strutture ricettive, scolastiche o di servizio. Tra i più
significativi il forte Michelangelo e l’ex carcere giudiziario di Civitavecchia, il forte Emilio Savio, la caserma Sant’Angelo Basso, la chiesa di San Michele, la Casina della ex Villa Reale e il Torrione Francese a Gaeta e le aree esterne dell’aeroporto di Guidonia.
significativi il forte Michelangelo e l’ex carcere giudiziario di Civitavecchia, il forte Emilio Savio, la caserma Sant’Angelo Basso, la chiesa di San Michele, la Casina della ex Villa Reale e il Torrione Francese a Gaeta e le aree esterne dell’aeroporto di Guidonia.
L’intesa rientra nel Programma unitario di valorizzazione (Puv) che prevede la costituzione di un Tavolo tecnico operativo, con tutti i rappresentanti istituzionali interessati, per la predisposizione del progetto tecnico. Nel suggerire a Marrazzo di «usare sinergie con il demanio regionale» Visco ha ricordato che «nella modernizzazione del Paese questo recupero ad usi sociali di beni dismessi è strategico per l’Italia. Ci sono tanti beni – ha aggiunto – bisogna avere la pazienza di mettere insieme i pezzi», ma in sinergia con le istituzioni
locali perchè «non ha senso vendere una caserma senza che il comune interessato abbia fatto il Piano regolatore».
locali perchè «non ha senso vendere una caserma senza che il comune interessato abbia fatto il Piano regolatore».