GOLETTA VERDE, BLITZ DI LEGAMBIENTE A GAETA

04/10/2007 di
Blitz di Legambiente Lazio al terminale di scarico per petroliere a Gaeta, in località Peschiera, in occasione della Goletta Verde di Legambiente , la campagna regionale di informazione e analisi sul litorale e il mare del Lazio, giunta alla seconda edizione organizzata da Legambiente Lazio con il contributo della Regione Lazio –Assessorato all’Ambiente e alla Cooperazione tra i popoli. Centinaia i bambini e ragazzi delle scuole che finora hanno salutato la Goletta partecipando alle attività legate al mare e ripulendo le spiagge.

 

 

Un’incursione per denunciare la grave situazione di rischio per la popolazione di Gaeta e per l’integrità delle coste del suo golfo, determinata dalla presenza della struttura in concessione ad ENI spa a pochi metri dal centro abitato del quartiere Porto Salvo e dalle banchine di ormeggio dei pescherecci. In caso di esplosione o di incendio con sversamento di idrocarburi in mare, le persone presenti sarebbero sottoposte per ore alla minaccia delle fiamme e dei fumi di combustione spinti dal vento e ingenti sarebbero i danni materiali ed ambientali.

 

Secondo i dati tratti dal sito http://www.port-of-rome.org ogni anno transitano a Gaeta 121 navi, che trasportano 1.758.409 tonnellate di petrolio, di cui 1.470.153 vengono sbarcate e 288.256 imbarcate.

“Che questo sia un rischio concreto lo dimostra l’incidente avvenuto a Porto Torres nel 2004- ha commentato Lorenzo Parlati , Presidente Legambiente Lazio-. In quella triste occasione, in seguito all’esplosione della petroliera Panam Serena, gli uomini dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile hanno lavorato duramente per ben cinque giorni prima di riuscire a domare le fiamme e ad arginare lo sversamento di benzene che fuoriusciva dal fianco lacerato della nave. La struttura di Peschiera è classificata dal Testo Unico in Materia Sanitaria come industria insalubre di prima classe: questo significa che per la sua pericolosità dovrebbe essere localizzata fuori dai centri abitati. Questa insostenibile situazione deve essere risolta quindi delocalizzando il terminale per garantire l’incolumità della popolazione, diminuire il rischio ambientale e valorizzare l’area della Peschiera e il quartiere limitrofo”.

La battaglia contro il terminale di scarico ha i suoi precedenti: le pressioni del Comitato “Peschiera no petroliera” di Gaeta, hanno chiarito la portata dei rischi ai quali la popolazione sarebbe sottoposta in caso d’incidente. Nel febbraio 2007 infatti, dietro pressioni del Comitato, il Commissario straordinario per la città di Gaeta ha portato a conoscenza della cittadinanza, mediante una campagna di affissione, il piano territoriale di emergenza previsto dal D.M. Ambiente 293/2001. La divulgazione del piano ha messo in evidenza la portata dei rischi a cui è sottoposta la popolazione di Gaeta: le conseguenze derivanti dal fuoco, dal rilascio di gas e vapori, dal calore, dal fumo che, si legge nel piano secondo quanto afferma il comitato, “potrà sollevarsi in colonne alte alcune centinaia di metri”, e dall’inalazione di fuliggine sarebbero disastrose per la salute della cittadinanza.

“In caso d’incidente sarebbero gravissimi i rischi anche per l’ambiente naturale e per le attività turistiche del Golfo, considerando l’impossibilità di circoscrivere ed arrestare la marea oleosa prima che questa raggiunga la costa, situata a soli cinquanta metri -ha commentato Claudio Presutti Responsabile Mare Legambiente Lazio-. La presenza di tali rischi, inoltre, fa della Peschiera una delle aree più degradate di Gaeta, con ampi tratti lasciati in stato di abbandono e vecchie strutture in disfacimento. Chiediamo all’Autorità Portuale di intervenire immediatamente revocando la concessione demaniale rilasciata all’ENI per l’attuale terminale – continua  Presutti-. Legambiente lancia anche un appello al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, affinché emani una precisa normativa in merito alla distanza minima dalla costa ed, in particolare, dai centri abitati, da osservare per le operazioni di carico e scarico di prodotti pericolosi per l’uomo e per l’ambiente”.

Sempre secondo i dati tratti dal sito http://www.port-of-rome.org  ogni anno transitano a Gaeta altre 187 navi, che trasportano per lo più merce secca per 826.619 tonnellate, tra cui 288.825 tonnellate di minerali (34,9%), 225.273 tonnellate di pet coke (27,3%) e 224.503 tonnellate di prodotti metallici (27,2%).

“Il terminal petroli non è l’unico problema del porto di Gaeta, che vede scaricare ogni anno anche centinaia di migliaia di tonnellate di minerali, pet coke e prodotti metallici, senza alcuna precauzione per le polveri che si generano –aggiunge Raffaele Cicione, presidente circolo Legambiente Barba di Giove-. E’ una situazione che oggi Goletta Verde ha voluto denunciare, per chiedere che si mettano in atto sistemi a ciclo chiuso che evitino la dispersione di polveri nell’aria, come avviene in molti altri porti del mondo. A questo si aggiunge la necessità di spostare queste merci tramite la ferrovia, realizzando finalmente il necessario collegamento passeggeri-merci fino alla Roma-Napoli, liberando Gaeta dal traffico inutile ed inquinante dei camion.”

Hanno partecipato al blitz: Salvatore Delio Presidente Comitato “Peschiera no Petroliera”, Franco Schiano giornalista del comitato “Peschiera no Petroliera”.

 

 

 

 

 
Legambiente Lazio