Ragazzi sequestrati a Priverno: “Così siamo stati catturati”

30/04/2014 di
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Dopo l’arresto di 3 egiziani e un marocchino per il sequestro di 4 ragazzi segregati a Priverno, emergono nuovi dettagli sull’inchiesta. I ragazzi egiziani hanno raccontato alla polizia di essere partiti dall’Egitto il 19 aprile dopo aver pagato 5mila euro agli scafisti. Una volta arrivati davanti alle coste italiane, dopo 2-3 giorni di navigazione, sarebbero stati spostati su un altro barcone (poi affondato) e infine soccorsi da una motovedetta italiana davanti Augusta. I giovani hanno trascorso 3 giorni in una scuola messa a disposizione per l’accoglienza e poi sono scappati.

A questo punto sarebbero stati avvicinati da due marocchini armati di pistola che li hanno costretti a salire su un treno fino a una località in centro Italia, dove sono scesi e portati, con un furgone, in due appartamenti: tre a Priverno (Latina) e un altro a Gaeta. Qui era tenuto il ragazzo 17enne da cui sono partite le indagini. Il fratello di 23 anni, pizzaiolo regolare a Milano, è stato contattato dall’organizzazione per pagare un riscatto di mille euro, ma dopo averlo pagato a un intermediario alla stazione Centrale di Milano e non aver ricevuto in cambio l’ostaggio, il 23 aprile ha denunciato tutto al commissariato di Sesto San Giovanni.

Gli agenti hanno chiesto al 23enne di ricontattare i rapitori, hanno intercettato la comunicazione e individuato il luogo nel Lazio. A quel punto, quando hanno avuto la conferma della presenza in casa dei rapiti, la squadra mobile di Latina ha fatto irruzione arrestando due fratelli egiziani e un marocchino, ritenuti in contatto con gli scafisti egiziani e sospettati di essere componenti di un’organizzazione internazionale. Gli agenti di Milano, invece, hanno fermato il quarto componente a Senago: aveva il ruolo dell’intermediario (non è chiaro se abbia incassato anche la prima tranche). I ragazzi hanno trascorso 7-8 giorni negli appartamenti e non avrebbero subito violenze.