Camorra a Latina, chiesti tre ergastoli nel processo Anni 90

22/09/2010 di
michele_zagaria_765r27rdr8254

E’ iniziato il processo d’Appello per l’operazione “Anni 90” sulle infiltrazioni mafiose nel Sud Pontino. Il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna all’ergastolo inflitta in primo grado a Michele Zagaria e Ettore Mendico, chiesto anche un ergastolo per Orlandino Riccardi condannato in primo grado a 15 anni.

Il clan Mendico avrebbe agito per anni per conto dei Casalesi. Nel processo si fa riferimento anche a due omicidi: quello dell’imprenditore Giovanni Santonicola, ucciso il 9 settembre 1990 a Spigno Saturnia, come ritorsione dei Casalesi per l’uccisione da parte dei La Torre, il 1 agosto sempre del ’90, di Alberto Beneduce e Armando Miraglia, assassinati a Sessa Aurunca. L’altro omicidio, quello di Rosario Cunto, compiuto il 27 aprile 1990 a SS. Cosma e Damiano, un caso di “lupara bianca” per vendicare la morte del nonno di Mendico, ucciso il 31 marzo 1961 proprio da Cunto.  La sentenza arriverà il 13 ottobre.

LA SENTENZA DI PRIMO GRADO – Trecento pagine che ricostruiscono gli affari d’oro del clan dei Casalesi nel Sud Pontino. Le motivazioni alla base della sentenza della Corte d’Assise per il processo al clan Mendico ripercorrono le dichiarazioni rese dai pentiti e dai collaboratori di giustizia, l’esistenza del “clan di Castelforte”, gli omicidi di Giovanni Santonicola e Rosario Cunto. Due ergastoli, per Ettore Mendico e Michele Zagaria, altre cinque condanne dai tre ai 15 anni e cinque assoluzioni.

Al vertice del gruppo di Castelforte Ettore Mendico, condannato anche per l’omicidio di Rosario Cunto, regolarmente “stipendiato” dal clan, agli ordini Alberto Beneduce e Michele Zagaria. Per Antonio Antoniozzi, condannato a 10 anni, si conferma “l’inserimento a pieno titolo” nel gruppo, “braccio destro armato di Mendico”, con compiti operativi ed esecutivi.A “disposizione del gruppo” erano invece Domenico Buonamano (condannato a 10 anni), Luigi Pandolfo (8 anni) e Antonio La Valle (3 anni e 4 mesi). Nessuna prova invece di un’effettiva partecipazione al gruppo per i cinque personaggi assolti, Luigi Riccardi, Luigi Cannavacciuolo, Giuseppe Sola, Giuseppe Ruggeri e anche Maurizio Mendico. Diversa poi la posizione di Orlandino Riccardi, condannato a 15 anni per associazione mafiosa ma assolto per l’omicidio Santonicola, imprenditore troppo vicino ai La Torre, perché le prove raccolte a suo carico non accertano la partecipazione al delitto, per il movente e per la condotta successiva dell’imputato. E’ invece Michele Zagaria, capo indiscusso del clan, a organizzare l’omicidio dell’imprenditore, un delitto “efferato”, “eseguito con modalità brutali”, come scrivono i giudici.