Omicidio di Itri, il Ris trova tracce importanti sulle auto
Comincia a emergere qualcosa nell’inchiesta sull’omicidio dell’enologo romano Ulrico Cappia, ucciso a colpi di pistola e bruciato nella sua 500 L a Itri. Dopo il sopralluogo eseguito dal Ris di Roma sulle due auto custodite nel deposito giudiziario di Formia, sequestrate subito dopo il ritrovamento del cadavere, sono emersi elementi nuovi e interessanti sui quali si mantiene il più stretto riserbo.
Le auto sono la Fiat 500 L, all’interno della quale si trovavano i resti carbonizzati di Cappia e l’auto dell’ex operaio di Itri licenziato dall’azienda, che è stato già interrogato la settimana scorsa dai carabinieri. Ora l’uomo tornerà in caserma per un nuovo interrogatorio. L’operaio è stato inoltre sottoposto nei giorni scorsi alla prova dello stub.
Su di lui, insomma, continuano a concentrarsi le attenzioni dei carabinieri. Dalle indagini sarebbe emerso un altro dato: l’enologo sarebbe stato attirato quella sera fuori dell’azienda, nel punto in cui è stato poi assassinato, per chiarire qualcosa con persone che conosceva, probabilmente in ambito professionale.
Le indagini dunque si concentrano nel settore della produzione e del commercio dei vini, dove forse la vittima ha agito in modo da pestare i piedi a qualcuno.
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