INSEGNANTI PRECARI: L’ANNO SCOLASTICO INIZIA NEL CAOS

06/09/2010 di

Domani iniziano le nomine all’istituto Galilei per gli incarichi annuali nelle scuole di Latina e provincia. Ma l’anno scolastico è inziato male, come sottolineano anche i precari di Latina. “Vorremo segnalare – scrive il Coordinamento Precari – che anche a Latina l’avvio dell’anno scolastico inizierà nel caos completo. Ancora non è chiara la situazione delle nomine a tempo determinato, né è stato approntato il quadro completo e corretto delle disponibilità; forti sono i ritardi di tutte le operazioni propedeutiche alle convocazioni a tempo determinato”.

Gli insenanti precari parlano di  difficoltà nella determinazione delle scuole polo, che probabilmente potevano essere sopperite con una norma che ridesse agli uffici degli ambiti territoriali il compito di operare anche dopo il 1 settembre, magari con il corretto potenziamento di quegli specifici uffici che hanno la memoria storica del precariato provinciale. Non sono ancora state rese note le disponibilità per le suddette nomine in tutti gli ordini e gradi di istruzione, poiché non tutti gli uffici scolastici provinciali hanno pubblicato le assegnazioni e le utilizzazioni provvisorie per l’anno in corso, anche a causa delle contrazioni determinate dalla riforma. Pauroso è il ritardo con cui l’USR LAZIO ha lavorato sulle nomine dei Dirigenti scolastici, le reggenze sono state nominate solo il 31 agosto sera.  Non adeguato è stato il controllo delle dirigenze scolastiche da parte dell’USR sull’operato di comunicazione degli organici, dei posti, delle situazioni delle scuole con generata confusione dei quadri di disponibilità che oggi appaiono decisamente incompleti.  Le irrisorie nomine a tempo indeterminato sono state appena concluse con oltre un mese di ritardo rispetto al calendario consueto seppur nei limiti“.

 

“Tale situazione – continuano i precari pontini – è stata determinata dai tagli operati dalla riforma che ha rivoluzionato gli organici delle scuole, aumentando, contestualmente, il numero degli alunni per classe e riducendo il tempo prolungato, inserendo l’insegnante prevalente nella scuola primaria a discapito del processo di insegnamento-apprendimento. La continua diminuzione del rapporto docente di sostegno- alunno disabile e il mancato riconoscimento del sostegno per difficoltà di apprendimento considerate lievi, oltre ad avere una ricaduta sui singoli studenti e sulle famiglie incide sulla totalità del gruppo classe.

La politica iniqua in materia di scuola e la mancata immissione in ruolo del personale docente precario, quantomeno su tutti i posti vacanti, anziché riservarli in toto per le assegnazioni provvisorie annuali interprovinciali , nonché per i passaggi di ruolo del personale docente già in ruolo nei gradi inferiori d’istruzione, non fa che aggravare la situazione in cui versa la scuola pubblica – sempre più dequalificata – e dei docenti precari e non. Lo scenario che si profila nei prossimi anni, quando la riforma entrerà a regime anche per gli istituti tecnici professionali, sarà ancor più drammatico e riguarderà la perdita del posto di lavoro per 120.000 docenti precari con esperienza pluridecennale e con master di II livello e corsi di perfezionamento alle spalle: in breve si verificherà il più grande licenziamento nel settore pubblico di personale altamente qualificato e specializzato nella completa indifferenza delle istituzioni e degli organi di stampa che nemmeno menzionano lo sciopero della fame dei docenti che protestano di fronte a Montecitorio”.