STRAGE CIRCEO: LA MOGLIE DI IZZO A NAPOLITANO: NO AL CLIMA DI LINCIAGGIO
Impedire il clima di «linciaggio e diffamazione ai miei danni che sto vivendo fronteggiando intimidazioni anche palesi, come Lei stesso potrà verificare su media e tv». A chiederlo, in una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è Donatella Papi, giornalista e dal marzo scorso moglie di Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo.
«Da 35 anni il nostro Paese – esordisce Papi nella lettera – è attraversato da una campagna di odio sollevata dalla vicenda del Circeo, in cui morì la povera Rosaria Lopez, rispetto alla quale non credo sia stata fatta piena luce. Papi poi ricorda a Napolitano »sto lavorando alla riapertura di quel caso, e di un altro che ha visto coinvolto e accusato Angelo Izzo, che ho sposato di recente, certa che fare piena verità sia un contributo utile e necessario, poichè oltre tutto queste vicende si collegano ad altre che hanno insanguinato la nostra storia«. »Le chiedo di favorire un clima corretto di rispetto delle leggi che consentono a un condannato, sia pure nei tre gradi di giudizio, di dare il suo contributo al pieno accertamento della verità, se questa non Š stata onorata come si deve e come egli sta già facendo avendomi consegnato parecchie memorie sulle quali stiamo lavorando in sede legale«. Poi nella lettera Papi ricorda suo figlio, Jacopo Fanfani, morto a 17 anni in un incidente stradale nell’aprile scorso, a Roma. Un incidente »sul quale la magistratura sta indagando e sul quale ho fatto alcune inquietanti ipotesi sulla base di prove documentali concrete, e tuttavia pur considerandolo un incidente mortale non si può disconoscere che- sottolinea – esso è avvenuto in un clima pesantissimo di minacce da me depositate alla valutazione dei magistrati, come allo stesso modo in questi giorni sto denunciando episodi strani e gravi nei confronti della mia incolumità, sicurezza e vita normale«. Papi inoltre chiede di »favorire un clima di rispetto delle regole anche a favore dei detenuti«.