LEGAMBIENTE: IN MARE SCARICHI FOGNARI NON DEPURATI

03/08/2010 di

Escrementi umani e scarichi fognari non depurati. C’è questo, secondo Legambiente alla base dell’ «ondata marrone che agli inizi di luglio ha colpito il litorale del Lazio, da nord a sud. Un nauseabondo blob – spiega Legambiente – che ha reso impossibili i tuffi in un mare costellato anche di rifiuti galleggianti». Le analisi svolte da Legambiente, avviate dopo la segnalazione di alcuni bagnanti, hanno infatti evidenziato 14 punti sulle foci dei piccoli corsi d’acqua inquinati o fortemente inquinati da enterococchi intestinali e escherichia coli.

«Nel Lazio ci sono 1 milione e mezzo di persone che non hanno depurazione per le fogne – spiega il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -, il 26% della popolazione. Questo vuol dire che i loro escrementi vanno a finire direttamente nei fossi o nei fiumi che poi sversano nel mare una miscela micidiale. Solo Roma ha ancora 80 mila abitanti che non sono proprio collegati alle fognature». Secondo Dezza «la situazione del Lazio è drammatica rispetto ad altre regioni per le negatività trovate sulle coste». Oltre agli inquinanti organici rilevati alle foci dei corsi d’acqua, Legambiente segnala «una temperatura allo sbocco dei fossi che tocca picchi di oltre 34 gradi centigradi, una ‘brodaglia bollentè viscosa e torbida che arriva in mare. E infine una trasparenza che in diversi casi non supera i 10 centimetri». In provincia di Roma le zone inquinate si troverebbero allo sbocco del Fosso Cavallo morto (Anzio), del Fosso di Incastro (Ardea), del Fosso Zambra (Cerveteri), del canale sul lungomare Pyrgi (Santa Severa), alla foci del Tevere a Fiumicino e del Rio Torto a Pomezia, di Astura (Nettuno) e Rio Vaccino (Ladispoli).