SOS PER LE GROTTE DEL CIRCEO ABBANDONATE AL DEGRADO
Le meravigliose grotte del Promontorio del Circeo vivono un grave stato di abbandono, esposte a spoliazioni e vandalismi, cacciatori di “souvenir”, spazzatura ed escrementi, falò improvvisati e addirittura scavi abusivi. Legambiente lancia l’allarme per quello che è uno dei più importanti poli di interesse speleomarino e paleoantropologico d’Italia, patrimonio importante e dimenticato del Parco nazionale del Circeo.
Raccogliendo la denuncia lanciata dalla “Fondazione Marcello Zei” e grazie ad una prima mappatura realizzata a cura del Gruppo Grotte Roma “Niphargus”, Legambiente evidenzia che lungo le falesie costiere del Circeo si aprono a ventaglio una cinquantina di cavità, sia sommerse che emerse, tutte di estrema importanza dal punto di vista culturale, scientifico, paesaggistico e ambientale. Un patrimonio di inestimabile valore sia sotto il profilo dei ritrovamenti paleontologici e paletnologici -con scavi avviati alla fine degli anni ’30 dal Blanc e purtroppo non proseguiti in tempi recenti- che sotto quello naturalistico, per la ricca biodiversità offerta dall’habitat ipogeo, che sarà anche al centro dell’attenzione della Goletta Verde di Legambiente che sabato 31 luglio approderà a Sabaudia (Lt), prima tappa del viaggio nel Lazio, con un’iniziativa a Torre Paola alle ore 10 e a seguire una ricca “FestAmbiente” con incontri e concerti al Waterlife Lake Club.
“Le grotte del Circeo hanno un fascino immenso e internazionale, riportano alla leggenda di Ulisse e della Maga Circe e sono numerosi i legami alle vicende narrate da Omero nell’Odissea ritrovati sul campo. Un patrimonio prestigioso e trascurato del Parco nazionale del Circeo, che va reso fruibile in modo sostenibile -dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio- Non servono solo divieti di facciata e inutili cancellate, quanto piuttosto lo sviluppo di una fruizione turistica consapevole, anche creando nuove occasioni lavorative ecocompatibili. Questa è la vera sfida del futuro: preservare con la forza della cultura il prezioso patrimonio costiero del Parco del Circeo”.
Nel 1994, ricorda Legambiente, era stato definito da un gruppo di esperti coordinati da Marcello Zei (del quale ricorre quest’anno il decennale della scomparsa) un progetto per la “Salvaguardia e valorizzazione anche ai fini turistici delle grotte del Promontorio Circeo”, progetto riemerso brevemente nel 1998 per poi scomparire definitivamente nei cassetti della Regione Lazio. Nel frattempo – come denunciato anche dalla Fondazione intitolata allo stesso Zei – le cavità sono rimaste in stato di totale abbandono, prive di un adeguato piano di tutela ed esposte a spoliazioni e vandalismi. Le grotte più prese di mira, considerato il facile accesso da terra, sono quelle del Fossellone – dove imperversano i cacciatori di “souvenir” che asportano di tutto effettuando indisturbati scavi abusivi – e quella delle Capre, sito di interesse preistorico di valore internazionale. All’ingresso di quest’ultima cavità campeggiano ancora i resti di una vecchia cancellata, gracile baluardo alle orde che hanno devastato stalattiti e stalagmiti, scavato i sedimenti, cosparso il pavimento di spazzatura ed escrementi, annerito il soffitto con falò improvvisati e persino dipinto di azzurro le pareti per girare un film.
Legambiente chiede con forza all’Ente Parco nazionale del Circeo e alle istituzioni locali di avviare un’opera di pulizia dei delicatissimi luoghi ipogei, a partire dalla Grotta delle Capre, con la contemporanea definizione di una regolamentazione che garantisca la fruizione controllata delle cavità. In tal senso, un segnale incoraggiante viene dall’apertura quotidiana e gratuita che le istituzioni di San Felice Circeo hanno ottenuto questa estate per il sito Neanderthaliano di Grotta Guattari. Una possibilità che, come sottolinea la Fondazione “Marcello Zei”, riconosce l’importanza di divulgare la conoscenza a tutti senza alcun privilegio o restrizione.
Che vi siano grandi potenzialità lo dimostra anche il fatto che ben quattro cavità del Circeo –Grotta Spaccata di Torre Paola, Grotta di Cala dell’Alabastro, Grotta delle Capre e Grotta Guattari– sono state inserite per la prima volta quest’anno nell’elenco di 50 cavità marine di interesse nazionale pubblicato all’interno della prestigiosa Guida Blu 2010 curata da Legambiente insieme al Touring Club Italiano. San Felice Circeo si contende con Centola-Palinuro (Sa) la palma di Comune con il maggior numero di grotte marine.
Secondo la più aggiornata mappatura speleologica, le cavità più imponenti del Circeo sono la Grotta Spaccata di Torre Paola-Antro Padula (90 metri di lunghezza, indentificata come possibile luogo dove Ulisse avrebbe potuto nascondere le navi), la Grotta sommersa di Cala dell’Alabastro o Grotta delle Corvine (che si sviluppa per oltre 70 metri), la Grotta del Fossellone-Grotta Elena (lunga 68 metri), la Grotta delle Capre (salone e diramazioni per un totale di 65 metri) e la Grotta della Maga Circe (unico grande antro alto una quarantina di metri). Di notevoli dimensioni -e ancora parzialmente inesplorata- anche la poco conosciuta Grotta “Enzo Lanzuisi”. Per l’interesse scientifico si segnalano poi Grotta Guattari, il Riparo Blanc, la Grotta Barbara, la Grotta Breuil e la Grotta delle Anfore. Da sottolineare, infine, la funzione di “orologi del passato” delle grotte, che possono svelare ai ricercatori i segni lasciati da antichi cambiamenti meteoclimatici legati al variare del livello marino.