LEGAMBIENTE: “AGENZIA PER L’ENERGIA? SEMPRE STESSO COPIONE”

30/07/2007 di
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Legambiente Latina.
 

"Oggi (lunedì 30 luglio – perché queste operazioni
si fanno rigorosamente in piena estate o durante le vacanze di Natale), andrà
in scena l’ennesima rappresentazione di quella che noi definiamo una “delibera
omnibus”: cioè ci sarà una delibera del Consiglio Comunale di Latina che
approverà un atto  di “indirizzo” che poi
delegherà alla Giunta Comunale una serie infinita di funzioni deliberative
dirette sullo stesso argomento; poi basta affidarsi alla consolidata ed
affidabile (fino ad ora) distrazione delle opposizioni e tutto filerà liscio.

E’ così che si “amministrano” ormai i servizi
pubblici in questo paese e in questa città: è già avvenuto con la gestione del
ciclo dei rifiuti (Latina Ambiente) abbinato alla seconda discarica di B.go
Montello – Bainsizza (Ecoambiente Srl); con l’acqua (Acqualatina Spa);  con i trasporti pubblici (privatizzati con la
concessione del servizio alla ditta Schiaffini) e ora tocca anche all’energia.

All’apparenza la costrizione  di questa nuova Agenzia,
la L.E.M.A. appunto, risulterebbe
come l’ennesimo scatola cinese in cui le amministrazioni pubbliche e i loro
“sodali” di turno, vista la possibilità di qualche finanziamento europeo,
improbabili alleanze transnazionali e le rispettive delibere di intenti
generici,  dovrebbero nominare un
Consiglio di Amministrazione per gestire una società “senza fini di lucro”
(anche se tra  i mezzi finanziari sono
previsti “contributi degli sponsor” e “ogni altro introito comunque
conseguito”); ma in realtà, ci ritroviamo in ambiti già percorsi con la
privatizzazione degli altri servizi; non a caso la presidenza dell’Agenzia,
comunque, fino al dicembre 2009 (cioè fino a quando scade il co-finanziamento
dell’UE), spetta di diritto (statutario – nel caso venisse approvato) al
Sindaco del Comune di Latina.

I soci sono distinti tra “fondatori” (gli unici che
hanno diritto ad esprimere i membri del CdA), “ordinari” (soggetti a domanda di
ammissione che deve essere approvata dal CdA) e “onorari” (tra cui ci
dovrebbero essere anche le associazioni ambientaliste e quelle di difesa dei
consumatori); ma solo i “fondatori” (individuati e contattati chissà come?)
hanno diritto di nominare i componenti del Consiglio di Amministrazione.

Consiglio che risulta così già “indicato” dalla
bozza di statuto;  Comune di Latina: 2
membri e 19% delle azioni (con allegata Presidenza del CdA); Provincia di
Latina: 2 membri e 18% delle azioni; Consorzio della Bonifica dell’Agro
Pontino: 1 membro e 9% delle azioni. Egualmente (1 membro e 9% delle azioni)
sono in capo ad ALEA SpA , al Consorzio ASI Roma-Latina, al Centro Interuniversitario
di ricerca per lo sviluppo sostenibile (CIRPS) dell’Università
La Sapienza di Roma, al
Dipartimento Ingegneria Chimica (DIC) della stessa università e all’Adiconsum
(nota associazione a difesa dei consumatori facente capo alla CISL).

Si parte da un contributo finanziario dell’Unione
Europea dei costi “eleggibili” quantificati in 200.000 euro a cui si devono
aggiungere i co-finanziamenti dei soci.

E’ inoltre prevista (sempre per statuto) la nomina
di un Direttore  e di un “Comitato di
esperti” che dovrebbero coadiuvare il CdA (evidentemente già ritenuto alla
fonte “incapace” di adempiere a tali funzioni), nell’espletamento delle loro
mansioni statutarie..

Il tutto, ovviamente (non è superfluo sottolinearlo
– visto che l’Agenzia non avrebbe scopo di lucro) previo rimborso del “gettone
di presenza”, il cui ammontare viene stabilito dal CdA.

Alla faccia dei “costi della politica”.

Ma in realtà, a nostro avviso, il problema è un
altro; tra i suoi scopi associativi, è previsto che l’Agenzia possa “operare in
veste di E.S.Co (Energy Service Company) secondo i canoni e le filosofie in
sede europea, ovvero di società di servizi energetici integrati (Latina Ambiente e Acqualatina “docet”
– verrebbe da dire).

Inoltre, sempre nella proposta di deliberazione che
andrà in discussione domani, è previsto che l’Agenzia dovrà “svolgere
principalmente per conto degli associati (quali? I fondatori, gli ordinari,
quelli onorari o gli sponsor? – ndr), analisi costi/benefici del management
dell’energia nonché le attività previste dalla legge n. 10/91”.

Occorre sottolineare che proprio la legge 10/91, che
ha istituito l’individuazione e l’incentivazione delle cosiddette “energie
rinnovabili” (tra le quali qualche buontempone ha deciso di considerare come
“assimilabili” anche quelle provenienti della termocombustione dei rifiuti),
prevedeva che tutti i comuni con popolazione oltre i 50.000 abitanti dovessero
dotarsi di un Piano Energetico Comunale, ai fini di risparmio e di
incentivazione di tali energie alternative. All’interno di quella legge era
prevista anche l’istituzione di  un/a
“Energy Manager” comunale.

Ci risulta che all’inizio del corrente anno
la Giunta comunale abbia
deliberato una gara per l’individuazione proprio di un “Energy Manager” che
dovrebbe svolgere le funzioni previste dalla legge 10/91.

Il tutto, a rigor di logica, doveva essere preceduto
dall’adozione  e dall’approvazione del su
detto Piano Energetico Comunale, di cui, in realtà, non esiste traccia negli
uffici del Comune.

Ma intanto si istituisce una “fumosa” Agenzia, con
rispettive poltrone nel CdA (esattamente 11 – come per Acqualatina), che in
prospettiva potrà metter bocca ed esprimere pareri (quindi con capacità
contrattuali verso terzi – vicariando gli enti interessati) , su quei progetti
che le società interessate proporranno a livello lacale.

Quindi un altro servizio pubblico verrà gestito dai
“soliti noti”.

La prossima (ed ultima) tappa della serie è la
privatizzazione dell’aria che respiriamo; ad Aprilia e a Pontinia hanno già
cominciato a fare i calcoli!

Infine una postilla “burocratica”.

La proposta di deliberazione che è stata presentata
ai gruppi consiliari e che andrà in discussione domani (riportata a piè pagina
dell’atto predisposto dagli uffici comunali) riporta il n. 668/2007; è evidente
che tale numero progressivo può interessare solo una deliberazione di Giunta
(al massimo il Consiglio comunale riesce ad arrivare a 60-70 delibere
consiliari all’anno),  PROVIENE DAL
SETTORE URBANISTICA e contiene l’indicazione per imputare la spesa conseguente
per il Comune ad un residuo passivo del 2006 e di accertarne contestualmente la
relativa somma di entrate ad altro capitolo delle entrate previste sempre per
il 2006.

Ovvero: intanto sistemiamo le poltrone e coloro che
ci si devono sedere “accomodare”: poi i soldi si troveranno".
 
Il direttivo di Legambiente – Latina