ILLEGALE L’AUTOVELOX A SEZZE, VINTA LA PRIMA CAUSA

07/07/2010 di

Il giudice di Pace di Sezze ha accolto il primo ricorso contro il contesato autovelox della cittadina. Si tratta di una sentenza che apre la strada a migliaia di ricorsi analoghi. Il giudice ha valutato la perizia tecnica chemete in evidenza la irregolarità dello strumento sia per quanto riguarda le autorizzazioni necessarie, sia per la scarsa cartellonistica obbligatoria per legge. Ora si attende una valanga di ricorsi contro le numerose multe scattate in zona tramite la macchinetta montata sulla SR 156 Monti Lepini.


“La normativa – spiegano le associazioni dei consumatori – è chiara, e la Circolare Maroni dell’agosto 2009 lo ha ribadito con puntualità, prescrivendo, infatti, che gli autovelox siano utilizzati quali deterrenti contro l’eccessiva velocità e che non divengano uno strumento per rimpinguare le casse dei comuni nel rispetto del principio che, in materia, le infrazioni, per quanto possibile, devono essere soprattutto prevenute.

LA SENTENZA – La sentenza d’accoglimento emessa dal giudice di pace Adelaide Ferrante sul ricorso presentato dal signor Santoro – difeso dagli avvocati Luigi Di Palma e Tonino Centra – si basa principalmente sulla mancanza dell’autorizzazione all’apposizione del segnale che indica il limite di velocità per il tratto di strada dove gli autovelox sono collocati. Nel fissare in 70 chilometri orari questo limite (e non in 90, come è previsto per le ex strade statali come la Monti Lepini) il Comune di Sezze avrebbe considerato un’ordinanza dell’Anas risalente al 1978 ma che non risulterebbe agli atti dell’Astral (da cui dipende la gestione della ex statale 156) e che comunque non è stata prodotta dall’amministrazione comunale nel momento in cui è stata disposta la collocazione degli autovelox. Il giudice di pace Adelaide Ferrante ha così preso in considerazione le molte osservazioni sollevate dal perito tecnico d’ufficio Mario Carlo Tesei, a cui era stata commissionata la perizia sugli autovelox. Oltre a considerare viziato il procedimento d’autorizzazione dei rilevatori di velocità a causa della cartellonistica non autorizzata e non congrua, il giudice ha preso atto di tutte le altre difformità rilevate disponendo anche un risarcimento di 150 euro.