TRASFUSIONE INFETTA, RISARCIMENTO DOPO DIECI ANNI

21/06/2010 di

Dopo quasi 10 anni di calvario giudiziario, un uomo di 80 anni di Latina ottiene finalmente giustizia per la morte della moglie avvenuta il 14.08.01 a
seguito di una cirrosi epatica di natura post trasfusionale. Il nesso causale fra trasfusioni di sangue (circa una decina) – infezione da epatite C – cirrosi
epatica e decesso venne parzialmente accertato dalla Commissione Medico Legale del Ministero della Salute incaricata di esprimere un parere legale sulla
domanda di indennizzo di cui alla legge n. 210/1992 che prevede un indennizzo in favore dei soggetti danneggiati appunto da trasfusioni di sangue infetto.

Al tempo della domanda di indennizzo del 2002, il marito della deceduta aveva cercato invano di ottenere le cartelle cliniche (con l’indicazione delle circa
10 trasfusioni di sangue) in quanto smarrite dall’ospedale e pertanto, il giudizio di accoglimento della domanda doveva passare attraverso la tortuosa
ricostruzione giudiziaria dei testimoni che hanno ricordato che nel 1968 la paziente (poi deceduta) era stata sottoposta a decine di trasfusioni di
sangue.

Quindi, prima la domanda di indennizzo, poi il ricorso amministrativo, poi due ricorsi giudiziari davanti il Tribunale di Latina, ed ancora l’impugnazione
in Corte di Appello di Roma ed, infine, un nuovo ricorso amministrativo dell’avvocato Mattarelli. Oggi la notificazione dell’accoglimento della richiesta di un primo
assegno di € 77.500,00 a cui seguirà a breve la causa di risarcimento per  l’integrale ristoro dei danni da morte e degli eredi.