TRUFFA DEI CELLULARI, OLTRE 200 DENUNCE

22/07/2007 di
di MARCO CUSUMANO *
 
Undici indagati, oltre duecento clienti truffati a Latina e provincia. L’inchiesta sulle truffe dei contratti telefonici si allarga sempre di più. Ogni giorno sul tavolo del sostituto procuratore Luigia Spinelli arrivano nuove denunce. Si tratta di clienti che si sono ritrovati con bollette e spese telefoniche gonfiate da una serie di servizi che non avevano richiesto e che, evidentemente, qualcuno ha aggiunto per ricavarne un maggior profitto.

 
Ma la truffa va ben oltre i confini della provincia pontina tanto che il pm Spinelli è in contatto con altre Procure italiane dove sono stati denunciati casi simili. L’ipotesi è che dietro le singole truffe ci sia un gruppo organizzato che agisce a livello nazionale, o comunque una serie di gruppi più piccoli che operano in determinate zone.

I magistrati che stanno seguendo le varie inchieste, tra i quali il pm Luigia Spienlli, si stanno scambiando imformazioni utili per le indagini in modo da poter ricostruire con maggiori dettagli il modus operandi dei truffatori. Solo così sarà possibile arginare il fenomeno che sembra ormai diffusissimo.
 
La truffa è articolta in diverse tipologie. In alcuni casi al cliente di telefonia mobile vengono attivati alcuni servizi non richiesti, in qualche caso addirittura linee aggiuntive e ulteriori pacchetti di servizi non richiesti. In alcuni casi sono stati utilizzati anche documenti falsi. D’altronde l’innovazione tecnologica nel settore della telefonia mobile è ormai inarrestabile: ogni giorno spuntano nuovi servizi opzionali che il cliente può attivare. Il telefonino è ormai diventato uno strumento che può anche telefonare, oltre a poter fare altre mille cose: fotografie, invio di email, ricezione dei programmi televisivi, videochiamate, mms e via dicendo.
 
I “promotori telefonici” sono agenti che si occupano della vendita di servizi telefonici di vario genere sia a privati che ad aziende. Secondo la ricostruzione qualche promotore, per aumentare il proprio profitto, è riuscito in qualche modo ad aggiungere una serie di opzioni, nascondendo al cliente i dettagli del suo contratto. Tra clausole contrattuali, cavilli e note è evidentemente possibile ingannare i clienti laciando intendere di aver sottoscritto un determinato tipo di contratto, mentre in realtà è stato dato il consenso ad una serie di servizi in più, dei quali magari il cliente ignorava addirittura l’esistenza.
In genere il malcapitato se ne accorge molto tempo dopo quando, controllando l’estratto conto della propria banca, si accorge che le spese sono maggiori rispetto a quelle preventivate. A quel punto scatta la denuncia: finora ne sono arrivate oltre 200. (* Il Messaggero, 23-07-2007)