VENTOTENE, UN TESTIMONE: LE HO VISTE SEPOLTE DAL TUFO

20/04/2010 di

Ha le mani piene di graffi, per i pugni dati a quel tufo maledetto, gli occhi verdi rigati di lacrime, a distanza di ore ancora non trattiene il dolore. Antonio Gargiulo, operatore portuale, che fa parte del gruppo degli ormeggiatori delle Isole Pontine, è stato il primo a prestare soccorso, a scavare per cercare di salvare quelle due ragazze. Ed è stato anche quello che si è reso conto che per una di loro ormai non c’era più niente da fare.

ventotene_ragazze_morte«Dopo aver ormeggiato la nave – ha raccontato Gargiulo – verso le 11,30 ero al distributore dove insieme al mio collega avevo parcheggiato la nostra motobarca. Mentre stavamo parlando, io mi trovavo di spalle e il mio collega di fronte al luogo della tragedia, abbiamo sentito un tonfo e poi gridare, piangere ed urlare un gruppo di ragazzini che era sulla spiaggia. Abbiamo capito che era successo qualcosa di grave e così abbiamo cominciato a correre. Sono arrivato in spiaggia e ho trovato un uomo, credo un professore, che stava scavando accanto a una ragazza coperta di tufo fino a metà busto. Vicino ce n’ era un’altra seppellita».

Mentre ricorda, Antonio Gargiulo comincia a piangere e mostra le mani piene di graffi: «Ho cominciato a scavare con le mani, a dare pugni perchè il tufo è abbastanza friabile. Finchè non l’ho trovata, è stata una sensazione incredibile. La visione di una bambina di 13 anni morta è fuori da ogni immaginazione… Semplicemente perchè non deve morire. Era seppellita, completamente, la testa schiacciata. E quando ho visto che non c’era più niente da fare, mi sono rimesso accanto a quella coperta fino al busto. Nel frattempo è arrivato il sindaco, poichè lui è medico, abbiamo cominciato a fargli un massaggio cardiaco però non ce l’abbiamo fatta. Dieci minuti dopo sono arrivati i soccorsi e poi tutta l’Italia».

Ci sono stati momenti concitati, ha ricordato Gargiulo, «i bambini che piangevano, io che gridavo al professore ‘faccia l’appello, faccia l’appello per vedere se ce ne sono altri sotto la terrà e intanto continuavo a scavare. Poi il professore mi ha risposto: ‘No, non c’è più nessunò. La cosa tremenda è che quel tufo è fragilissimo, si sgretola e quello caduto è un pezzetto di pochi metri che ha preso in pieno i ragazzini e li ha praticamente seppelliti». Secondo un operaio arrivato dopo alcuni minuti sulla scena dell’incidente, le bambine sono morte perchè erano sdraiate sugli asciugamani. «Se solo fossero state sedute o in piedi – sostiene l’operaio – si sarebbero ferite, ma sicuramente salvate perchè il pezzo di tufo caduto sarà al massimo lungo due metri. E poi l’assurdo è che è caduto da circa un metro e mezzo. La scena raccapricciante è stata vedere quei bambini che si disperavano e quelle due ragazzine immobili. Un’altra era contusa e un altro ancora si era fatto male ad una gamba. Il sindaco e il marittimo hanno cercato di dare aiuto ma ormai era inutile». «È come – conclude l’operaio, anche lui in lacrime – se il destino avesse voluto così perchè se fossero state in piedi si sarebbero ferite, ma non sarebbero morte sul colpo».

crollo_ventotene

Altre notizie