Legambiente: nel Lazio dimezzati i controlli su frutta e verdura

28/11/2012 di
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Nel Lazio in cinque anni sono dimezzati i controlli sui pesticidi di frutta e verdura, passando dai 1.175 del 2007 ai 575 del 2011 (-51%). Sul totale di 575 alimenti verificati, 402 (79,8%) sono regolari senza residui ma ben 108 (18,8%) sono risultati regolari con un residuo (di cui 54 di verdure, 43 di frutta e 11 di prodotti derivati) e 61 (10,6%) regolari con più di un residuo (di cui 26 di verdure, 31 di frutta e 4 di prodotti derivati). 4 campioni (0,7%) risultano irregolari (tra insalate, legumi, cereali e altre verdure).

I dati forniti da ARPA Lazio, che riguardano la quantità di pesticidi esaminati nelle regione segnalano insomma un incremento generale della presenza di pesticidi nei campioni esaminati rispetto allo scorso anno, anche se non è stato possibile ottenere informazioni riguardanti la provenienza dei campioni esaminati.

Nel Lazio, in particolare, si è riscontrata un’irregolarità relativa al contenuto di Pirimifos metile nel mais per popcorn, una sostanza che viene usata come insetticida ed acaricida, altamente tossico per uccelli e pesci ed a dosi elevati o a basse dosi con altri organofosfati come il Chlorpirifos ed il Diazinone può causare sintomi tipici da intossicazione da organofosforici. Da segnalare altre irregolarità nei campioni di peperone e grano contententi Chlorpirifos, un organofosfato che per effetto cumulativo è altamente tossico per il sistema nervoso soprattutto nei bambini. Nella bietina si è registrata, invece, la presenza di Propizamide, un erbicida altamente tossico per gli organismi acquatici e cancerogeno per la salute umana.

“Nel Lazio crolla il numero di controlli per i pesticidi nella frutta, nella verdura e nei derivati, non è un bel segnale per la sicurezza dei consumatori. La Regione nei prossimi anni deve mettere in grado l’Arpa di tenere alta la guardia, piuttosto che continuare a tagliare su risorse e personale -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Quest’anno crescono i numeri dei campioni contenti residui, quelli con più di un residuo addirittura triplicano. Non si possono sottovalutare i pericoli dei pesticidi nell’agricoltura tradizionale, per riaffermare la necessità di puntare sul biologico, le produzioni sostenibili, le tante eccellenze alimentari di cui la nostra regione può e deve andare giustamente fiera.”

Confrontando i campioni del 2011 con quelli del 2010, si osserva un incremento di quasi il 140% dei campioni trovati “regolari con un solo residuo” (che sono passati dal 5,7 al 18,4 per cento) e del 278% dei “regolari con più residui” (passati dallo 0,6% all’8,9 per cento). Tre delle 4 irregolarità sono state trovate nella verdura, ma non nella frutta che risulta priva di irregolarità, al contrario dell’anno precedente. Valori molto elevati di singolo residuo o multi residuo di sostanze chimiche nella frutta sono stati registrati sia nei campioni “regolari con un residuo” (dal 14 al 43 per cento) che in quelli multi residuo (dal 7,7 al 31 per cento), i cui valori sono aumentati in maniera rilevante. Esaminando 100 prodotti, 53 in meno rispetto al 2011 -tra oli d’oliva, miele, vino, marmellate, pasta, pane e passate di pomodoro ed altri derivati- sì è registrata un’irregolarità in questi ultimi, intaccando l’andamento positivo dell’anno precedente. La percentuale dei campioni di prodotti derivati risultati come regolari completamente senza residui passa drammaticamente dal 95,4 all’84% contrariamente all’incremento di questi valori negli anni passati. Si osserva un preoccupante aumento del numero di campioni contenenti un solo residuo (dal 3,9 all’11 per cento) al quale corrisponde un incremento dei campioni regolari con più di un residuo (dallo 0,7 al 4 per cento).

La normativa vigente ha sicuramente portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti dal 2008. Nonostante la riduzione dei campioni presi in esame durante il 2012, l’attività di controllo riveste una grandissima importanza nel tutelare la salute dei consumatori, ma ancora manca una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi nella produzione dei formulati, come pure sulla rintracciabilità di più residui in un singolo prodotto alimentare. La normativa non si è ancora espressa rispetto al cosiddetto multi residuo, ovvero al quantitativo di residui che si possono ritrovare negli alimenti, e la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) si basa solo sui singoli residui.

“Cresce la presenza di prodotti multi residuo che, anche se a piccole dosi e sotto i limiti stabiliti dalla legge, possono avere un effetto cancerogeno su chi li consuma, oltre a causare danni ambientali dovuti alla contaminazione dell’acqua, dell’aria o del suolo – dichiara Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Legambiente sostiene da sempre le pratiche agricole, a partire da quelle biologiche, che non fanno ricorso alla chimica o che prevedono un minor consumo di fitofarmaci. Gli effetti della chimica in agricoltura non sono mai completamente controllabili né prevedibili, per questo serve uno sforzo maggiore nei controlli.”