OPERAZIONE ANTI-CAMORRA: ARRESTATI I CAPI DEL CLAN

13/07/2007 di
Erano a capo di un’organizzazione che negli anni 90 controllava le attività economiche di tutto il basso Lazio, compresi i cantieri dell’alta velocità, le dieci persone arrestate questa notte in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, nell’ambito
dell’operazione "Anni 90".

 
Ettore Mendico, Maurizio Mendico, Antonio Antinozzi, Luigi Pandolfo, l’imprenditore Orlandino Riccardi, Luigi Cannavacciuolo, Domenico Buonamano, Antonio La Valle, Giuseppe Sola e Giuseppe Ruggeri sono accusati di aver costituito il vertice di una struttura criminosa legata al clan campano dei Casalesi e denominata Gruppo Mendico, dal nome del
capo Ettore Mendico. Per sei di loro c’è anche l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere nei confronti di Rosario Cunto, un sorvegliato speciale della polizia di cui non si avevano più notizie dal 1990, che sarebbe stato ucciso da Mendico per vendicare l’omicidio del nonno, avvenuto 29 anni fa.
 
Le indagini dei carabinieri di Latina, iniziate nel 2005 in collaborazione con la
Procura di Napoli, sono partite dall’uccisione nel 1990 a Santi Cosma e Damiano, dell’imprenditore Giovanni Santonicola e hanno ripercorso un decennio di estorsioni, omicidi, incendi e ferimenti di imprenditori commessi dall’inizio degli annì90 fino al 2000 e apparentemente scollegati tra loro. L’omicidio di Santonicola fu il primo di una lunga lotta tra clan rivali per il controllo del territorio, che portò il «gruppo Mendico», a diventare una vera e propria organizzazione imprenditoriale, che monopolizzava il mercato e intimidiva la concorrenza.
 

 

ORMANNI: "ARRESTI MIGLIORE RISPOSTA ALLE POLEMICHE"
 
«I dieci arresti effettuati nel basso Lazio dal nucleo operativo del Comando provinciale del Carabinieri di Latina sono una risposta alle polemiche da parte delle istituzioni e delle associazioni locali sul mancato intervento della magistratura nella zona».
 
Lo ha detto il procuratore aggiunto e coordinatore della Direzione Distrettuale antimafia di Roma, Italo Ormanni, alla conferenza stampa sui particolari dell’arresto del vertice del «Gruppo Mendico», l’associazione criminosa affiliata al clan campano dei Casalesi. «Le indagini, anche grazie all’aiuto di collaboratori – ha spiegato Ormanni – hanno permesso di collegare tra loro una serie di episodi intimidatori avvenuti negli anni 90, che solo recentemente si sono rivelati parte di un disegno criminoso più ampio».
 
«Il cadavere di Rosario Cunto, dal cui omicidio sono partite le indagini – ha detto il pubblico ministero Diana de Martino – non è stato mai trovato e la sua scomparsa mai denunciata dai parenti. Ciò a testimonianza dell’elevato grado di omertà che ha regnato dagli annì90 in poi nel basso Lazio». «Una svolta importante – ha concluso De Martino – c’è stata 4 mesi fa con l’arresto a Cassino di Nicola del Villano, braccio destro di Michele Zagaria, superlatitante numero uno del clan dei Casalesi».