OSSERVASALUTE, ECCO I MALI DELLA SANITA’ NEL LAZIO

16/03/2010 di

E’ una fotografia amara della sanità nel Lazio quella scattata dal rapporto Osservasalute 2009. Ecco una panoramica dei risultati secondo gli argomenti.

MALE LAZIO SU CONTROLLI PREVENZIONE. Il Lazio è la sola Regione che non raggiunge la diffusione completa dei programmi di prevenzione. È quanto emerge dal rapporto Osservasalute 2009, presentato oggi al Policlinico Agostino Gemelli. Secondo i dati del rapporto non completamente sviluppate sono le offerte in ambito di prevenzione secondaria oncologica: la regione, infatti, ha un’adesione ai programmi di screening mammografico non molto alta. Nella fascia di età 50-69 anni l’estensione effettiva del programma (proporzione di donne effettivamente invitate rispetto a quelle previste dalla popolazione obiettivo annuale) è pari al 60,6% contro il 62,3% medio nazionale nel 2007. Inoltre Per quanto riguarda la copertura vaccinale d’Italia per i bambini di età inferiore ai 24 mesi (anno 2008) nel Lazio si registrano i seguenti valori: il 95,8% di copertura per Poliomielite, il 95,8% per anti-Difterite e Tetano e Pertosse , il 96,2% per Epatite B, il 92,2% per una dose di vaccino anti-Morbillo, Rosolia e Parotite e il 95,1% per Haemophilus influenzae di tipo b, contro i valori medi italiani di 96,3%, 96,7%, 96,1%, 89,5%, 95,7% rispettivamente. Discreta nel Lazio la copertura vaccinale antinfluenzale per la stagione 2008-2009 per gli over-65enni, la fascia d’età più a rischio per le complicanze influenzali e per la quale l’obiettivo minimo è raggiungere un tasso di copertura del 75%: si è vaccinato il 67,9% delle persone in questa fascia d’età contro una quota media in Italia del 66,2%.

NEL LAZIO PIÙ NEONATI MORTI CHE IN MEDIA PAESE. Tre nati morti per mille nati vivi. Un dato che fa del Lazio una regione con il tasso di mortalità neonatale più alto della media nazionale (2,5 morti su mille nati vivi). È quanto emerge dal rapporto Osservasalute 2009, presentato oggi al Policlinico Agostino Gemelli. Nel 2006, si legge ancora nel rapporto, il Lazio presenta anche un alto tasso di mortalità infantile (entro il primo anno di vita): 3,9 casi per mille nati vivi contro una media nazionale di 3,4 casi. Nell’Italia centrale, inoltre, è il Lazio a presentare i livelli più consistenti di mortalità infantile degli stranieri residenti: 3,9 per 1.000 nati vivi il dato di mortalità neonatale, 5 per 1.000 nati vivi il dato di mortalità infantile.

NEL LAZIO PIÙ ABORTI DI MEDIA NAZIONALE. Undici donne su mille, ricorrono all’interruzione volontaria di gravidanza nel Lazio. Un valore superiore alla media nazionale che si attesta a 9,6 interruzioni volontarie di gravidanza su mille donne. È quanto emerge dal rapporto Osservasalute presentato oggi al Policlinico Agostino Gemelli che ha preso in considerazione i dati relativi agli interventi di Ivg nel 2006. Altro dato evidenziato dal rapporto riguarda le interruzioni volontarie di gravidanza tra le donne romene: il Lazio è la regione italiana che si è trovata a dover gestire la più elevata percentuale di interventi nel 2006.

NEL LAZIO PEGGIOR DISAVANZO SANITARIO. Il Lazio è la Regione d’Italia con il peggior disavanzo sanitario ed è inoltre la Regione che ha accumulato il maggior disavanzo pro capite dal 2001: 2036 euro. È quanto emerge dal Rapporto Osservasalute 2009. Dallo studio risulta che il debito pro capite del 2008 ammonta a 297 euro. Anche la spesa sanitaria pro capite è superiore alla spesa media nazionale ed è pari a 2007 euro nel 2008 (contro una spesa media nazionale di 1787). Nonostante il Piano di rientro dal Rapporto risulta che il Lazio ha aumentato la spesa procapite del 40,06% dal 2002. Il Lazio è la Regione con le Asl che sostengono i costi maggiori per remunerare le prestazioni erogate ai propri residenti da altri soggetti pubblici e privati accreditati della Regione: ben il 46,2% del Fondo Sanitario Regionale. Presenta invece un numero discreto di casi trattati in Assistenza domiciliare integrata (ADI). nel 2007 938,6 casi per 100.000 abitanti, contro una media nazionale di 799,3. Il numero di anziani trattati in assistenza domiciliare riferito alla stessa popolazione anziana residente è pari a 40,7 casi per 1.000 abitanti di età superiore a 65 anni contro il dato nazionale di 34,3 casi. Il Lazio ha una percentuale di ADI erogata a soggetti in fase terminale pari al 5,3% di tutte le ADI. Il numero di soggetti in fase terminale trattati in ADI nel Lazio si assesta su 50,1 casi per 100 mila, a fronte di una media nazionale di 70,4 (per 100.000). Al di sotto della media invece i presidi residenziali di lungodegenza per soggetti con patologie croniche e di ridotto grado di autonomia. Il Lazio presenta nel 2005 un tasso complessivo di questi presidi pari a 8,15 per 100 mila abitanti contro una media nazionale di 11,17 e un tasso di posti letto di 342 per 100 mila abitanti contro una media nazionale di 511,49.

DONNE LAZIO: FUMATRICI E CON RISCHI A CUORE. Fumatrice e più soggetta alle malattie di cuore. È la fotografia della donna che vive nel Lazio che emerge dal Rapporto Osservasalute 2009, presentato stamattina al Gemelli. Le donne della regione registrano un primato negativo per quanto riguarda la mortalità per malattie ischemiche del cuore: 13,69 per 10mila contro un valore medio italiano di 10,58. Il dato è alto anche tra gli uomini: 21,57 per 10 mila contro 18,46. Il Lazio rimane nel complesso al di sopra della media per la percentuale di fumatori, pari al 24,4% (anno 2007) della popolazione over 14 contro una media nazionale del 22,1%. Un dato però in diminuzione rispetto all’anno precedente in cui i fumatori erano il 25,7% della popolazione over 14. Il 51,8% della popolazione è costituito da non fumatori, mentre la media nazionale si assesta sul 53,2% e gli ex-fumatori sono pari al 20,3%. Per quanto riguarda il consumo di alcol, nel Lazio nel 2007 i non consumatori sono pari al 27,8% (contro la media del 29,1%). I consumatori sono il 68% contro un valore medio nazionale di 68,2%. La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è pari al 21,5% dei maschi (valore medio italiano 22,4%) e all’8,6% delle femmine (valore medio italiano 13%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 15,9% dei maschi (valore medio italiano 21,1%) e al 4,8% delle femmine, la quota più bassa d’Italia, (valore medio italiano 5,7%). La «silhouette» dei cittadini della Regione è senz’altro da migliorare, infatti la percentuale di individui in sovrappeso è pari al 35,8%; il valore medio nazionale è il 35,6%. È obeso l’8,1%, contro il valore medio italiano di 9,9%. Male rispetto al resto d’Itali la linea dei bambini: nel Lazio il 12,6% di quelli tra 8-9 anni è obeso, contro una media nazionale dell’11,5% (anno 2008). La quota di bambini in sovrappeso in questa fascia d’età è il 26,2% contro un valore medio italiano del 23,1%. Per quanto riguarda la pratica di sport nel Lazio il 21,5% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, contro un valore medio italiano di 20,6%; il 28,7% fa qualche attività fisica contro il 29,6% degli italiani, mentre il 41% non ne pratica affatto (39,5% media nazionale).

CRESCE POPOLAZIONE LAZIO. Cresce la popolazione del Lazio rispetto alla media nazionale. È quanto emerge dal Rapporto Osservasalute 2009 presentato oggi al Policlinico Gemelli. Il saldo medio annuo nel biennio 2007-2008 è pari a +12 persone per 1.000 residenti per anno, contro una media nazionale di 7,7%. Di questo lo +0,7 per mille è dovuto al saldo naturale (differenza tra le nascite e le morti. Un dato in controtendenza rispetto allo scorso anno in cui era negativo) mentre il +11,3 per mille è il tasso migratorio. Il numero medio di figli per donna è in media con le altre Regioni della Penisola. È pari infatti a 1,309 figli per donna contro un valore medio italiano di 1,373 mentre il tasso di fecondità delle straniere è nel Lazio il più basso d’Italia (solo 1,893 contro un valore medio italiano di 2,4). Nel Lazio l’età media al parto è di 31,9 anni contro una media nazionale di 31,1 anni. È abbastanza alta la quota di nati da almeno un genitore straniero: nel 2007 la percentuale di nati con padre straniero è dell’11,6% a fronte di un valore medio italiano di 12,2% e la percentuale di nati con madre straniera è di 14,5% a fronte di un valore medio italiano del 14,6%. Gli abitanti del Lazio hanno una speranza di vita alla nascita nel 2008 per i maschi pari a 78,8 anni (78,7 anni è la media nazionale), mentre per le donne è di 83,9 anni (84 è la media nazionale). Dallo studio emerge inoltre che nel Lazio il 10,5% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni (in media con le altre Regioni) mentre le persone con 75 anni e oltre sono il 9,2% della popolazione regionale contro il 9,7% medio italiano. La quota di anziani che vivono soli è nel Lazio più alta della media. La percentuale di over 65 che vive sola è pari al 14% degli uomini (valore medio italiano 13,6%), 37,7% delle donne (valore medio italiano 36,9. Nel Lazio infine la oltre il primo anno di vita è pari a 114,09 per 10 mila abitanti tra i maschi (contro una media nazionale di 113,91) mentre è pari a 71,92 per 10 mila tra le donne (contro una media nazionale di 70,37).