TIA, DISTRIBUTORI DI BENZINA MINACCIANO LO SCIOPERO

04/03/2010 di

Dura presa di posizione da parte dei distributori di benzina e gasolio di Latina per la delicata vicenda Tia. Rappresentati dal delegato Faib Confesercenti Gianni Crecco, i distributori scendono sul piede di guerra e vogliono far ascoltare le proprie ragioni al Comune di Latina e alla Latina Ambiente.


Così ecco che hanno deciso di scioperare dalle 19.30 del 22 marzo alle ore 07.30 del 25 (quindi due giorni pieni, 23 e 24), tenendo a precisare che saranno chiusi anche tutti le pompe degli automatici per il rifornimento.

“In questo modo vogliamo dare un segnale forte al Comune e a Latina Ambiente, perché siamo stanchi di una tassa ingiusta come quella della Tia – dice Gianni Crecco, presidente della Faib, portavoce dei 65 punti di distribuzione del comune di Latina- siamo pronti a fare sciopero, tanto che le prime avvisaglie vi saranno il 15 e 16 marzo quando per sensibilizzare la cittadinanza spegneremo le insegne dei nostri punti e informeremo tutti della nostra decisione”.

La Faib aveva portato all’attenzione dell’amministrazione comunale e della Latina Ambiente la problematica Tia che investiva le aree dei distributori, dove la questione spinosa è a monte, perché andrebbe eliminata l’incongruenza di parte del regolamento che va contro le disposizioni imposte dal decreto Ronchi: infatti la polemica coinvolge proprio l’area soggetta alla tariffa che (in un primo momento individuata da parte di LatinaAmbiente in tutta l’area di pertinenza del distributore, però già soggetta alla tassa sui rifiuti speciali) è semplicemente quella della pensilina dove sorgono gli erogatori di carburante.

Ad oggi non c’è un punto dì incontro tra la ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti e delle associazioni di categoria. “In questo modo noi distributori paghiamo tutta l’area invece che soltanto il 20% dove operiamo – sottolinea Crecco – noi paghiamo 3,20 euro al mq l’anno, se si pensa che in media l’area di un distributore è di circa 3mila mq il conto è presto fatto, riteniamo davvero ingiusto pagare 50 euro al chilo di immondizia prodotta”.