FIGLIO MORTO PER UNA BUCA: IL PADRE SI INCATENA DAVANTI AL TRIBUNALE

12/01/2010 di

di MARCO CUSUMANO *

Quando si parla di “giustizia lumaca” spesso si dimentica che dietro ai disagi non ci sono solo faldoni e carte di avvocati, ma soprattutto storie drammatiche e persone comuni che attendono risposte certe.


Come nel caso di Remo Giovannoni, padre di Daniele, un ragazzo morto a soli 15 anni in un incidente stradale in via Toscanini, ad Aprilia, il 30 agosto 2005. Da allora il signor Giovannoni, insieme a suo figlio, ha perso la serenità. Non solo per il grave lutto, ma anche perché Daniele è morto in un modo assurdo, per motivi che forse potevano, dovevano, essere evitati. E’ morto per una buca nella quale ha avuto la sventura di finire con il suo scooter. Non andava veloce, indossava il casco, eppure è morto lo stesso. Dopo quell’episodio che sconvolse l’intera città di Aprilia fu aperta un’inchiesta giudiziaria legata proprio alle condizioni della strada. Ma oggi, a cinque anni dalla tragedia, il caso resta sepolto in chissà quale cassetto del Tribunale o della Procura della Repubblica.

Senza un processo non c’è verità. E le accuse restano tali: solo ipotesi. Solo verbi al condizionale, nessuna certezza. Ieri papà Remo ha voluto manifestare la sua sfiducia verso una giustizia che ferisce anche nel momento in cui resta immobile. Non serve necessariamente una sentenza sbagliata per ferire, basta non fare nulla e lasciare le persone a logorarsi tra gli interrogativi. Remo Giovannoni si è incatenato davanti all’ingresso del tribunale. Una protesta composta, senza minacce di suicidio o cose del genere. Senza urlare, ma solo stando lì davanti ad attendere un’udienza che non ci sarà perché ancora non è stata neanche fissata.

«Purtroppo non ho più fiducia in questa giustizia» ha detto l’uomo. Ma forse qualcosa si muoverà. E’ stato appurato infatti che l’inchiesta era stata affidata a un magistrato che ora ha lasciato la Procura e per questo il fascicolo è passato ad un altro collega. Un passaggio che ha comportato una ulteriore perdita di tempo. Speriamo che adesso il fascicolo diventi un processo in grado di verificare le eventuali responsabilità del Comune per quella buca che uccise un ragazzo, prudente, di 15 anni. (* fonte: Il Messaggero 12-01-2010)