PROCESSO PISNOLI, PIRAS A TAMARA: TUO PADRE HA SOFFERTO

16/12/2009 di

di MARCO CUSUMANO *

Entra nel vivo il processo per l’omicidio di Massimo Pisnoli. Ieri in aula, davanti ai giudici della Corte d’Assise, hanno parlato le due figlie della vittima, rappresentate dagli avvocati Placanica e Tenga. La più grande, Tamara, moglie del calciatore della Roma Daniele De Rossi, ha rivelato un retroscena inquietante. Il pubblico ministero Raffaella De Pasquale le ha chiesto se l’imputato, Gabriele Piras, le avesse detto qualcosa durante le precedenti udienze. Lei, forse sorpresa per questa domanda, non si è tirata indietro e ha confermato: «Sì è vero. Durante una pausa mi ha detto che lui ha dovuto uccidere mio padre, e che mio padre ha sofferto».

Una dichiarazione che ha fatto rabbrividire i presenti, compresi i giudici popolari della Corte d’Assise. L’uomo ieri non era in aula, visto che nelle precedenti udienze aveva rinunciato alla presenza durante il processo. Il 24 novembre scorso, però, aveva preso la parola: «Chiedo di accedere al programma di protezione» disse ai giudici sostenendo che la sua famiglia potrebbe essere in pericolo visto che le notifiche del tribunale continuano ad arrivare presso l’abitazione della sua famiglia. Le dichiarazioni di Piras, riferite da Tamara Pisnoli, seppure ininfluenti ai fini del processo per l’omicidio del padre, suonano come un gesto di “sfida”, sottolineato dalla stessa ragazza che ha aggiunto: «In aula continua a fissarmi come se fosse una sfida».

Il processo sta procedendo con testimonianze dettagliate riferite alla rapina in una banca a Roma, episodio alla base dell’omicidio. Il movente sarebbe infatti collegato a una lite per la spartizione del bottino: Pisnoli avrebbe dovuto avere circa 5.000 euro, la sua parte. Di quella rapina ha parlato anche l’altra figlia, la più giovane, appena diciottenne.

La ragazza ha raccontato di aver ricevuto una telefonata dal padre che, secondo le sue parole, le disse di aver compiuto una rapina. Massimo Pisnoli in quella telefonata sembrava spaventato, in pericolo, tant’è vero che utilizzava altri nomi e dormiva in un campeggio romano, forse per nascondersi.

I problemi erano legati non solo alla sua attività di rapinatore, ma anche ai contrasti con i suoi complici. Ieri ha parlato anche una guardia giurata che era presente all’incontro tra Pisnoli, Piras e Arena. Gli ultimi due quel giorno rassicurarono Pisnoli dicendogli che avrebbe avuto la sua parte del bottino. Ma così non fu. E per essersi opposto, Pisnoli fu ucciso a Campoleone con due colpi di fucile. Il corpo fu trovato poco prima di Ferragosto dell’anno scorso in una strada sterrata. (* Il Messaggero  16-12-2009)